venerdì 23 marzo 2012

Ma io sono indie?

Un dubbio amletico mi sta assillando ormai da qualche giorno, precisamente dallo scorso weekend quando ho ospitato il mio amico A. e il suo amico N. (rispettivamente bassista e cantante del gruppo Helia), visto che dovevano suonare a Bologna. Sabato ore 21:00, in attesa di uscire di casa per andare al loro concerto (in ritardo), mentre stavo serenamente in camera mia a pensare ai fatti miei il sopracitato N. irrompe nel mio dolce far niente accusandomi di essere 'NAINDIEDEMMERDA. Primo pensiero: fly down bellino sennò stanotte dormi sotto il ponte di via Libia. Dopo essermi ricomposta da questa posa, ho pensato: Ma io sono indie? Mentre il signorino insultava le mie scarpe, le foto appese alle pareti e passava in rassegna gli abiti del mio armadio (an'vedi come sei indie... camicetta co' fiori... c'hai le Dr.Martens..), la domanda continuava ad assillarmi. INDIE. IO INDIE? INDIE. Onestamente non mi ero mai posta questo quesito e ultimamente non mi sono collocata in una specifica categoria giovanile. 
All'età di 15-17 anni giocavo a fare la ragazzina skater: pantaloni larghi, scarpe bombate Etnies, zaino sempre in spalla, felpe nere, ecc.. Superata la fase "bulla", ho dato libero sfogo al lato girlish che era in me, ispirandomi vagamente alle Suicide Girls. Quindi daje con minigonne di jeans, t-shirt Emily The Strange, canottiere a righe e il sogno di tatuarmi una scritta tamarra in corsivo + rose/rondini sul petto. Superata anche questa fase, a 18 anni mi sono convertita alla fede H&M, veneravo American Apparel, i pantaloni skinny erano la mia seconda pelle ed ero convinta che l'electric blue is the new black. In seguito ho abbracciato il vintage e il second-hand, quelli della peggior specie. Finalmente verso i 21-22 anni ho iniziato a dare un senso al mio stile (parola che mi fa pensare a ciò) e oggi posso dire di avere trovato il mio equilibrio. 
Ora, dopo aver brevemente ripercorso gli ultimi dieci anni della mia esistenza, mi domando ancora: sono arrivata al punto di non ritorno? Sono una di quelle ragazzette prese di mira dalle pagine facebook? Rientro in una delle fasce sociali più odiate degli anni 2000, dopo i "pedoni lenti sul marciapiede" e i "punkabbèstia di Bologna"? Sono diventata Indie? Pensandoci bene, forse si. O meglio, posso sembrare benissimo un'indie (NB: In questo post riferisco la parola Indie solo alla mera "moda indie" che ha invaso l'Italia da qualche anno a questa parte, tralasciando l'origine del termine e la sua valenza musicale). 
La Moda Indie era arrivata ad avere più o meno questa forma:

'NAINDIEDEMMERDA



Abbandonati cardigan, camicie a quadri, skinny jeans colorati e abiti vagamente retrò, la Moda Indie, almeno qui a Bologna, è arrivata alla sua evoluzione rock-dark. Aggiungete alla foto qualche pelliccia, qualche scarpa tacco 12 di tendenza e croci a caso, ed ecco che avete il profilo completo.


Non dimentichiamo il fatto che i Nuovi Indie sono appassionati di fotografia, di moda, ascoltano musica giusta e figa, e sanno come divertirsi alle feste, ubriacandosi e ballando come pazzi fino alle 6 del mattino. O almeno così dicono sulla loro bacheca facebook. Conoscono i gruppi del momento, ma soprattutto "il singolo del momento", quello mandato in loop fino alla nausea dal dj (anche qui parentesi infinita: perché di un album intero di dodici tracce dei Wavves, che hanno anche alle spalle un altro album con altrettante dodici tracce, tu dj devi mettere sempre e solo King of the Beach da sue anni?). E soprattutto gli Indie sono sempre i meno Indie in circolazione secondo loro, quelli sempre fuori moda perché prima della moda stessa. Insomma, gente ganza. Facendo due conti, chiunque potrebbe ritrovarsi in simile descrizione, almeno a colpo d'occhio, e anch'io non faccio eccezione:
- passione per la fotografia. Analogica, come se non bastasse.
- passione per la moda e ho perfino un blog.
- indosso pellicce, chiodo di pelle, tacco 12, croci, pantaloni skinny.
- compro usato.
- metto il rossetto rosso (che secondo N. è la peggiore moda indie)
- ascolto gli Smiths, i Joy Division, che ormai sono diventati "gruppi indie" (vabè anche i La Quiete stanno per fare la stessa fine)
- mi piace Fuck Forever dei Babyshambles, si.
Tutte le prove sono contro di me. Tuttavia, dal quel poco che ho potuto vedere e capire su tale fenomeno, la Moda Indie non ha dei veri e propri "simboli" che la contraddistingue, ma è tutta una questione di Attitudine Indie. Secondo me tutto può diventare indie, basta che si tratti una moda vagamente underground. Questi nuovi indie assorbono tutto quello che è, o sta per diventare, di tendenza, dalla musica alla moda. Hanno una specie di radar sotto pelle evidentemente che gli segnala cosa è cool e cosa no, cosa è in e cosa è out (cosa è Lento e cosa è Rock, tanto per citare nuovamente Celentano); una volta individuato il bersaglio se ne appropriano e, qualunque cosa fosse in origine, magicamente diventa indie. La Moda Indie di adesso è un po' il lato commerciale delle sottoculture giovanili, qualunque cosa può diventare indie (anche i simboli Skinhead se la son vista brutta quando è uscito This is England in Italia) nel momento in cui un fenomeno da "nicchia" passa a essere popolare tra gli "alternativi", fino ad arrivare sugli scaffali di H&M, e a quel punto è troppo commerciale anche per gli indie. 
L'ondata Indie di questi ultimi anni sembra una corrente giovanile priva di vere "radici", un miscuglio di trend del momento influenzate principalmente dai mass media e dai social networks. 
Ed è proprio su questo punto che io dico NO! La mia collocazione nel gruppo Indie è pura coincidenza: mi diletto con la fotografia da ormai sette anni, non ho scoperto McQueen grazie a Lady Gaga, la musica indie non è la mia preferita, vado ai concerti e non per finta, seguo le tendenze ma con un minimo di senso critico e amor proprio, e Topshop non è il mio brand preferito. Insomma, mica andavo al Cocoricò e poi una mattina mi sono scoperta innamorata di Pete Doherty a caso! Ho una certa reputazione io, eh!
Quindi mio caro N. pensa cosa ti pare gnè gnè gnè io ho la coscienza a posto tiè!


Concludo "a cerchio" questo post, non voglio lasciarvi con l'amaro in bocca perché non vi ho raccontato il seguito del mio sabato sera. Dunque.. ore 21:00, il tempo di finire le pizze, un'altra ora per prepararsi (mica io, i boys!) e poi via di corsa verso il Blogos, location del concerto. Dopo aver girato random per 15 min. in quel di Casalecchio di Reno, finalmente arriviamo a destinazione. Varco la soglia dell'ingresso e subito mi becco un muro nemico di sguardi astiosi che mi squadra dalla testa ai piedi. Il pubblico presente in sala è più o meno così, levandoci un centinaio di persone (si sa, questo tipo di musica a Bologna non va): minorenni come se piovessero, ragazzine "hardcorine" che ridono di me, capelli piastrati/platinati ovunque, ciuffi emo incontrollabili e t-shirt da skater che mi fanno fanno venire i lucciconi agli occhi. Povera me, da sola, derisa, con le mie Dr. Martens ai piedi e rigoroso calzino bianco, la mia camicia a fiori e la mia lunga treccia sulla nuca. 
HO RISCHIATO LA VITA.
In quel preciso momento, sotto gli sguardi attoniti dei presenti, ho pensato davvero di essere 'na indiedemerda. 


ps: Scherzi a parte, grazie amici belli per il simpatico weekend insieme. Grazie anche di avermi finito le scorte di pasta e di riso. E l'olio. 




C.

2 commenti:

  1. https://www.facebook.com/pages/Being-so-indie-you-stop-being-indie-because-being-indie-is-now-mainstream/118508191537843

    Tranquilla, ormai nessuno è più un indie, secondo la loro logica! :-)

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