venerdì 30 marzo 2012

SEGNALAZIONI! Blog Made in Italy part 2

Io mantengo sempre le promesse: ecco quindi la seconda lista di blog italiani! Se vi fosse sfuggita la prima, potete rimediare leggendo qui.


A Matter of Style.
Ho conosciuto la ragazza che cura questo blog in occasione dell'ultimo evento di Luisaviaroma (quella a tema PINK, per rinfrescarvi la memoria). La sua specialità è il Do It Yourself: ha delle idee pazzesche ed è bravissima a riproporre in chiave cheap molti accessori e capi delle prestigiose marche. Chapeau! 

Non esistono più i lettori cd figurati l'amore.
Adoro questo blog! Moda, musica e lifestyle raccontati con ironia e del sano punto di vista femminile. Mi diverto moltissimo a leggerlo e, come se non bastasse, la ragazza ha ottimi gusti musicali..

Cloudinaina.
Ultimissima scoperta per me! Blog carinissimo e davvero piacevole da leggere, che spazia dalla moda, al cinema, e perfino qualche dritta in cucina (campo in cui io, ahimè, sono negatissima). Inoltre, le rubo spesso i frames dei film di cui scrive ahah (grazie). Degna di nota anche per il look, brava!

Pillole di Moda.
In realtà leggo questo blog da anni, ma nel primo post "pro-blogger" mi sono dimenticata di citarlo, ops..  Un'interessantissima finestra sul mondo moda, curata nel dettaglio e mai banale. Per citare il blog: "Un periodico non puntuale su stile, tendenze e osservazioni". Niente di più vero.


Insomma non perdete tempo e andate subito a curiosare in questi blog! Garantisco io.


Tanto per rendervi partecipi della mia vita, oggi sono andata a curiosare nello store della Diesel, perché c'era un evento di moda in collaborazione con Glamour, ovvero questo.


Entrata in negozio come semplice curiosa (gli eventi di "moda" a Bologna sono davvero rari, quindi quei pochi che ci sono non me li faccio scappare), tempo 10 min. mi sono ritrovata a prendere parte all'iniziativa. Sono stata convinta a farmi vestire da una stylist di Glamour e a farmi truccare da un'esperta, per poi posare per un set fotografico. IMBARAZZO COSMICO. 
L'iniziativa è stata organizzata per lanciare la nuova linea di jeans della Diesel, che, devo ammettere, non è niente male. Il look non mi ha esaltata (jeans neri slavati sulle cosce + bella camicia oversize dal taglio minimal, ma di una fantasia di dubbio gusto + tronchetti rocker) e il make-up era un po' alla Tatangelo (rossetto fighissimo però, mai avute labbra truccate così bene), ma tutto sommato mi sono divertita molto! Il set fotografico è stato un po' tremendo, non per me, ma per loro: in bilico tra "fare la poser di merda" e "la vergogna micidiale che mi affliggeva", il risultato è stato l'effetto "figa di legno che balla la robot-dance". Tutta vita.
Scherzi a parte, sono sempre entusiasta di queste iniziative, a cui partecipo volentieri con il sorriso sulle labbra. 
Cosa non si fa per un drink e un make-up gratis. E per non pensare ad un Lui, maledetto.


Già che siamo a tema eventi: lo scorso sabato, il 17 se non sbaglio, Vice ha organizzato una mostra itinerante del fotografo di moda Ben Rayner per Nike che ha toccato anche Bologna. Purtroppo me la sono persa, perché arrivata in ritardo quando stavano smontando tutto (in realtà, io ero in orario, pensando che finisse alle 21, invece l'ora di fine evento è stata anticipata, ma non aggiornata sull'evento facebook. Maledetti. Vice, allora è proprio odio?!). Qualcuno è andato? Commenti? Conclusioni?
Altra cosa: ma eventi di moda&affini degni di nota, vagamente alternativi, "cool" se proprio vogliamo strafare, in quel di Bologna? Eddai rendetemi partecipe che non trovo mai niente! Inaugurazione store "La Ferramenta" e l'evento organizzato da L'inde le Palais mesi e mesi fa a parte, raramente vengo a conoscenza di eventi succosi qui a Bologna. 
Scrivetemi, segnalate, contattatemi, rendetemi partecipe! L'animale da eventi mondani che è in me scalpita! Se cercate anche collaboratori per progetti seri/semi-seri a sfondo creativo (moda, arte, musica, scrittura, organizzazione eventi) possiamo parlarne. Ultimamente mi sento un vulcano di potenzialità incompreso, ho tanta voglia di fare, di attivarmi, di fare qualcosa di concreto e che mi appassioni, ma non so da dove iniziare. E con chi, soprattutto. 


E con questa nota malinconica vi saluto, ciao. 
Quelli del piano di sopra danno una festa e hanno già pompato BBABBABBE BABEBA BBE BBE a tutto volume. MUOIO. Mi vesto e volo da loro. Buon weekend!


C.

lunedì 26 marzo 2012

PERLE AI PORCI: AVRIL LAVIGNE, L'ETERNA SK8ER GIRL.

Cara Avril,


io non ho niente contro di te, anzi conosco a memoria tutte le tue canzoni più famose e ti stimo. Sei una delle poche celebrities che dimostra ancora un'insana coerenza, ideologica e stilistica: all'età di ventisette anni ti vesti ancora come una ragazzina adolescente tamarra, tutta teschi e fiocchi rosa, per non parlare delle meches pink e verdi, e canti canzoni spensierate all'insegna del divertimento e dell'amore libero. Giochi a fare la punk, ma femminile e stilosa (secondo te e pochi altri), che ha appeso il suo skate al chiodo senza rinunciare alla sua attitudine da rockstar ribelle (credici). Io stimo il tuo coraggio. E ti stimo per i soldi che riesci a fare con 'sta storia della cantante bulla e alternativa.
Sono lontani i tempi in cui, appena diciottenne, ti dilettavi a fare la skater per il centro commerciale della tua città e improvvisavi concerto all'aria aperta con i tuoi amici fighi


Indossavi cravatte e scalda muscoli alle braccia, ed essere una femminuccia non ti interessava affatto.

Eri la reginetta della strada, insieme alla tua banda di amici

e occasionalmente ti divertivi a saltare sulle machine e a spaccare chitarre da vera dura quale eri.

Con l'uscita del tuo secondo album Under My Skin (2004) le cose hanno iniziato a prendere una piega diversa: la tua anima si è fatta più rock, cupa, malinconica. Hai iniziato a trattare male i ragazzi che ti volevano solo per una notte, perché tu non sei una di quelle tipe che la danno via così.

E deridi quelli che non ti fanno sentire speciale, canzonandoli con la tua innata ironia
Ed è proprio qui che il rosa è diventato il tuo colore preferito. 
Il tuo look si arricchisce di dettagli dark: pantaloni skinny, teschi, tulle nero, make-up da darkettona. Tuttavia, inizia ad emergere il tuo lato femminile, che esprimi indossando minigonne, canottieri rosa e fiocchi per capelli. Dai libero sfogo anche alle tue doti di attrice, interpretando vari ruoli e personaggi complessi nei tuoi video, come la ragazza complessata, in crisi con il mondo e con se stessa, che si ritrova sola a vagabondare per l'America, intraprendendo un viaggio metafora della ricerca di se stessa.

Ma è con il tuo album The Best Damn Thing del 2007 che il tuo carattere e il tuo personaggio prendono una forma definitiva. Ed è proprio qui che la situazione ti è sfuggita di mano. E' bastato il primo singolo estratto dall'album per capire che tu, piccola Avril ribelle, ragazza di strada rockettara, eri cambiata per sempre.
Meches pink? Calze a rete? Scarpe con tacco su calzettoni di spugna? Minigonne irriverenti e t-shirt attillate? Sgambetti e ti pavoneggi come mai prima, la tua banda adesso è composta da ragazze "giuste" vestite come te, e sopratutto BALLI. Nei tuoi video ci sono delle COREOGRAFIE ben studiate che balli con disinvoltura (e che io so a memoria).
(questa  è  la  canzone  ufficiale  della  mia  vita,  sappiatelo)

Questo è stato solo l'inizio. A seguire meches verdi e canzoni sempre più anti-uomini e sbarazzine. E il tuo look, cara Avril? Parliamone.
La coerenza di cui parlavo all'inizio del post in queste foto è all'apice della sua bellezza.



Sul red carpet ancora peggio.
Avril, ma quando abbandonerai questo look da cattiva bambina fatto di teschi rosa, ballerine a righe e cravatte da maschiaccio? E' giunto il momento di dire addio allo stile da autogestione liceale fatto di contrasti banali e imbarazzanti, tipo anfibi+gonna rosa. 
Invece no, hai voluto ampliare il tuo marchio di stile e metterlo addirittura in commercio, dando alla luce una tua linea di abbigliamento: Abbey Dawn.
No Avril, non ci siamo.
Ma ti piace davvero vestirti in questo? Spero per te di no. 
O inizi a mettere la testa a posto oppure, se proprio non ci riesci, torna la ragazzina acqua e sapone di un tempo. Per citare una mia vecchissima conoscenza: torna a quando "facevi canzoni impegnate socialmente".


C.

venerdì 23 marzo 2012

Ma io sono indie?

Un dubbio amletico mi sta assillando ormai da qualche giorno, precisamente dallo scorso weekend quando ho ospitato il mio amico A. e il suo amico N. (rispettivamente bassista e cantante del gruppo Helia), visto che dovevano suonare a Bologna. Sabato ore 21:00, in attesa di uscire di casa per andare al loro concerto (in ritardo), mentre stavo serenamente in camera mia a pensare ai fatti miei il sopracitato N. irrompe nel mio dolce far niente accusandomi di essere 'NAINDIEDEMMERDA. Primo pensiero: fly down bellino sennò stanotte dormi sotto il ponte di via Libia. Dopo essermi ricomposta da questa posa, ho pensato: Ma io sono indie? Mentre il signorino insultava le mie scarpe, le foto appese alle pareti e passava in rassegna gli abiti del mio armadio (an'vedi come sei indie... camicetta co' fiori... c'hai le Dr.Martens..), la domanda continuava ad assillarmi. INDIE. IO INDIE? INDIE. Onestamente non mi ero mai posta questo quesito e ultimamente non mi sono collocata in una specifica categoria giovanile. 
All'età di 15-17 anni giocavo a fare la ragazzina skater: pantaloni larghi, scarpe bombate Etnies, zaino sempre in spalla, felpe nere, ecc.. Superata la fase "bulla", ho dato libero sfogo al lato girlish che era in me, ispirandomi vagamente alle Suicide Girls. Quindi daje con minigonne di jeans, t-shirt Emily The Strange, canottiere a righe e il sogno di tatuarmi una scritta tamarra in corsivo + rose/rondini sul petto. Superata anche questa fase, a 18 anni mi sono convertita alla fede H&M, veneravo American Apparel, i pantaloni skinny erano la mia seconda pelle ed ero convinta che l'electric blue is the new black. In seguito ho abbracciato il vintage e il second-hand, quelli della peggior specie. Finalmente verso i 21-22 anni ho iniziato a dare un senso al mio stile (parola che mi fa pensare a ciò) e oggi posso dire di avere trovato il mio equilibrio. 
Ora, dopo aver brevemente ripercorso gli ultimi dieci anni della mia esistenza, mi domando ancora: sono arrivata al punto di non ritorno? Sono una di quelle ragazzette prese di mira dalle pagine facebook? Rientro in una delle fasce sociali più odiate degli anni 2000, dopo i "pedoni lenti sul marciapiede" e i "punkabbèstia di Bologna"? Sono diventata Indie? Pensandoci bene, forse si. O meglio, posso sembrare benissimo un'indie (NB: In questo post riferisco la parola Indie solo alla mera "moda indie" che ha invaso l'Italia da qualche anno a questa parte, tralasciando l'origine del termine e la sua valenza musicale). 
La Moda Indie era arrivata ad avere più o meno questa forma:

'NAINDIEDEMMERDA



Abbandonati cardigan, camicie a quadri, skinny jeans colorati e abiti vagamente retrò, la Moda Indie, almeno qui a Bologna, è arrivata alla sua evoluzione rock-dark. Aggiungete alla foto qualche pelliccia, qualche scarpa tacco 12 di tendenza e croci a caso, ed ecco che avete il profilo completo.


Non dimentichiamo il fatto che i Nuovi Indie sono appassionati di fotografia, di moda, ascoltano musica giusta e figa, e sanno come divertirsi alle feste, ubriacandosi e ballando come pazzi fino alle 6 del mattino. O almeno così dicono sulla loro bacheca facebook. Conoscono i gruppi del momento, ma soprattutto "il singolo del momento", quello mandato in loop fino alla nausea dal dj (anche qui parentesi infinita: perché di un album intero di dodici tracce dei Wavves, che hanno anche alle spalle un altro album con altrettante dodici tracce, tu dj devi mettere sempre e solo King of the Beach da sue anni?). E soprattutto gli Indie sono sempre i meno Indie in circolazione secondo loro, quelli sempre fuori moda perché prima della moda stessa. Insomma, gente ganza. Facendo due conti, chiunque potrebbe ritrovarsi in simile descrizione, almeno a colpo d'occhio, e anch'io non faccio eccezione:
- passione per la fotografia. Analogica, come se non bastasse.
- passione per la moda e ho perfino un blog.
- indosso pellicce, chiodo di pelle, tacco 12, croci, pantaloni skinny.
- compro usato.
- metto il rossetto rosso (che secondo N. è la peggiore moda indie)
- ascolto gli Smiths, i Joy Division, che ormai sono diventati "gruppi indie" (vabè anche i La Quiete stanno per fare la stessa fine)
- mi piace Fuck Forever dei Babyshambles, si.
Tutte le prove sono contro di me. Tuttavia, dal quel poco che ho potuto vedere e capire su tale fenomeno, la Moda Indie non ha dei veri e propri "simboli" che la contraddistingue, ma è tutta una questione di Attitudine Indie. Secondo me tutto può diventare indie, basta che si tratti una moda vagamente underground. Questi nuovi indie assorbono tutto quello che è, o sta per diventare, di tendenza, dalla musica alla moda. Hanno una specie di radar sotto pelle evidentemente che gli segnala cosa è cool e cosa no, cosa è in e cosa è out (cosa è Lento e cosa è Rock, tanto per citare nuovamente Celentano); una volta individuato il bersaglio se ne appropriano e, qualunque cosa fosse in origine, magicamente diventa indie. La Moda Indie di adesso è un po' il lato commerciale delle sottoculture giovanili, qualunque cosa può diventare indie (anche i simboli Skinhead se la son vista brutta quando è uscito This is England in Italia) nel momento in cui un fenomeno da "nicchia" passa a essere popolare tra gli "alternativi", fino ad arrivare sugli scaffali di H&M, e a quel punto è troppo commerciale anche per gli indie. 
L'ondata Indie di questi ultimi anni sembra una corrente giovanile priva di vere "radici", un miscuglio di trend del momento influenzate principalmente dai mass media e dai social networks. 
Ed è proprio su questo punto che io dico NO! La mia collocazione nel gruppo Indie è pura coincidenza: mi diletto con la fotografia da ormai sette anni, non ho scoperto McQueen grazie a Lady Gaga, la musica indie non è la mia preferita, vado ai concerti e non per finta, seguo le tendenze ma con un minimo di senso critico e amor proprio, e Topshop non è il mio brand preferito. Insomma, mica andavo al Cocoricò e poi una mattina mi sono scoperta innamorata di Pete Doherty a caso! Ho una certa reputazione io, eh!
Quindi mio caro N. pensa cosa ti pare gnè gnè gnè io ho la coscienza a posto tiè!


Concludo "a cerchio" questo post, non voglio lasciarvi con l'amaro in bocca perché non vi ho raccontato il seguito del mio sabato sera. Dunque.. ore 21:00, il tempo di finire le pizze, un'altra ora per prepararsi (mica io, i boys!) e poi via di corsa verso il Blogos, location del concerto. Dopo aver girato random per 15 min. in quel di Casalecchio di Reno, finalmente arriviamo a destinazione. Varco la soglia dell'ingresso e subito mi becco un muro nemico di sguardi astiosi che mi squadra dalla testa ai piedi. Il pubblico presente in sala è più o meno così, levandoci un centinaio di persone (si sa, questo tipo di musica a Bologna non va): minorenni come se piovessero, ragazzine "hardcorine" che ridono di me, capelli piastrati/platinati ovunque, ciuffi emo incontrollabili e t-shirt da skater che mi fanno fanno venire i lucciconi agli occhi. Povera me, da sola, derisa, con le mie Dr. Martens ai piedi e rigoroso calzino bianco, la mia camicia a fiori e la mia lunga treccia sulla nuca. 
HO RISCHIATO LA VITA.
In quel preciso momento, sotto gli sguardi attoniti dei presenti, ho pensato davvero di essere 'na indiedemerda. 


ps: Scherzi a parte, grazie amici belli per il simpatico weekend insieme. Grazie anche di avermi finito le scorte di pasta e di riso. E l'olio. 




C.

mercoledì 21 marzo 2012

H&M: usare con prudenza

Un tempo vestirsi H&M da capo a piedi era cosa cool&giusta, soprattutto per ragazzine di periferia e di paesi abbandonati da Dio (come me) che non vedevano l'ora di sfoggiare con orgoglio l'ultimo acquisto fatto nel paese dei balocchi dell'abbigliamento low-cost, scatenando le invidie delle meno fortunate e/o scatenando l'ilarità degli ignoranti contadini del paese (quando indossai per la prima volta una gonna a vita alta vagamente retrò, circa sei anni fa, i ggiòvani del mio paese mi ridevano sonoramente in faccia). Ricordo ancora con nostalgia quando io e le mie amiche scappavamo a Firenze o Bologna (al tempo in cui ero sempre una spensierata ragazzina di famiglia) e ci lanciavamo nello shopping folle da H&M: per noi era oro colato che si donava a noi in tutta la sua bellezza, eravamo talmente galvanizzate che non uscivamo dal nostro personale paradiso finchè non avevamo comprato qualcosa. E quel qualcosa si trovava sempre, anche a costo di comprare cazzate inutili da abbandonare nell'armadio. Insomma, anni fa, per me vestire H&M era sinonimo di "stile", era il modo migliore per esternare tutte le idee "fashioniste" che avevo in testa e di mettere in pratica le mie conoscenze in ambito di moda (abbiate pietà di me, ero ancora giovane e ingenua). Adesso le cose sono cambiate, leggermente. I miei orizzonti si sono decisamente allargati e, dopo quattro anni di vita in città, la mia opinione su H&M si è ridimensionata. Metto subito in chiaro che non denigro assolutamente questa catena di abbigliamento, né le abituali acquirenti, ma PERSONALMENTE ritengo che sia un tipo di shopping da fare a piccole dosi e con un minimo di senso critico. Mettendo da parte il fatto che gli H&M di Bologna lasciano abbastanza a desiderare (a quelli di Londra, Milano e Roma ho trovato pezzi interessanti che valeva la pena comprare), quando mi addentro nel negozio attuo spontaneamente alcune tattiche difensive: 
a) Fattore qualità/prezzo: è vero che la maggior parte dei capi in vendita costano poco, ma la qualità è molto scadente. Moltissimi vestiti sono 100% poliestere, altri capi hanno grafiche e design banali, e spesso si tratta di prodotti che si scoloriscono, allargano, scuciono, ecc... dopo poco. A questo punto penso sia meglio evitare l'ennesimo vestitino nero, risparmiare qualche euro e comprare qualcosa di qualità nettamente superiore. 
b) Fattore mode cittadine: vivere in città significa che l'80% delle ragazze della tua età si vestono nelle grandi catene d'abbigliamento, in primis H&M. Conclusione: comprando qualcosa lì si avrà un'altissima probabilità di vedere lo stesso capo indossato da altre dieci coetanee. E molto probabilmente tutte nella stessa sera.  Non pretendo di essere originale e unica, assolutamente no, ma permettetemi di voler evitare di andare al Covo il venerdì sera e trovarci altre tre ragazze con il mio stesso vestito, o quel che sia. Anche in questo caso preferisco indirizzare i miei acquisti altrove (mercatini dell'usato top, anche perché la quantità di un capo in vendita è "uno") e lasciare H&M come ultimo scoglio. 
c) Fattore Eichandemmosità: lo stile H&M è ormai un marchio di fabbrica ben riconoscibile e moltissimi capi sono immediatamente riconoscibili a distanza. Questo fatto non è negativo, ma io preferisco selezionare, e nel caso comprare, solo quei capi che sembrano emergere dalla massa per originalità, quelli che a colpo d'occhio non ti fanno pensare "ah eichandemm...". Non ci penso troppo, ma viene proprio spontaneo, ormai è un meccanismo automatico della mia mente. In questo caso ho qui pronti alcuni esempi:

Vestitini a corpetto di mille colori e mille fantasie, solitamente senza spalline e ampi sui fianchi. Sono tutti identici, cambiano solo per alcuni dettagli e per le fantasie. 


Niente di personale, ma il pizzo di H&M (e di molte altre catene di abbigliamento) è BRUTTO. Dopo il boom dark-indie i vestiti neri con gli inserti in pizzo brutto sono onnipresenti e dire che adesso potete abbandonare ogni speranza di essere fighi indossando simili cose. 


Anche qui stesso discorso: la pelle di plastica è brutta. Ok essere a favore di una moda eco, ma la pelle finta di H&M è davvero orrenda, meglio andare in qualche mercato dell'usato alla ricerca di qualche capo in eco-pelle migliore. E diciamoci la verità, sempre per colpa degli indie-dark questi vestiti in finta pelle di H&M non si possono più tollerare.


Magliette con stampe inutili: perché comprarle? Meglio cercare qualcosa che abbia un minimo di senso e gusto estetico altrove.


Le t-shirt dei gruppi riproposte dalle grandi catene: NO. Qui entra in gioco una questione di etica e di morale che sarebbe troppo lunga da spiegare (e anche molto noiosa), ma fidatemi di me questo è un grande NO.


Chiodo in pelle (finta): assolutamente NO. E' vero che trovare un bel chiodo originale e della taglia giusta è davvero un'impresa, soprattutto per noi ragazze (io lo sto cercando da anni), però volete mettere la soddisfazione di trovarne uno FIGO, magari vecchio e rovinato al punto giusto, di pelle vera, old school?? LA GIOIA. Quindi perché spendere 50 euro per un prodotto scarso e che vedrete indossato da altre mille persone, quando potete avere un po' di pazienza e trovare un chiodo di qualità che non passerà mai di moda.


Ci tengo ancora a sottolineare che queste sono opinioni strettamente personali, lungi da me giudicare qualcuno. I miei sono solo dei semplici consigli per ottimizzare il vostro shopping e, perché no, il vostro stile, consigliandovi di fare qualche giro di negozi (di qualunque tipo! Mai giudicare dalla vetrina) aggiuntivo prima di lanciarvi da H&M (o Pimkie, o Jennifer, ...). Quel che proprio non approvo è vestirsi total look H&M, con ovvio risultato effetto manichino del negozio. In generale non apprezzo molto i look troppo caratteristici di un unico brand: troppo H&M, troppo Zara, troppo Drop Dead, troppo Asos, ecc.. Insomma ragazze, il mondo è bello perché è vario, aprite gli occhi, muovete il culo e andate alla ricerca di negozi/mercatini alternativi. Il bello di vestirsi è che si può mixare, bricolagiare tutto quello che vogliamo a nostro piacimento. E' anche vero che ormai siamo abituati ad uno shopping "usa&getta", sempre più veloce e pretenzioso, e le grandi catene low-cost sono perfette per soddisfare la nostra perenne sete di nuovi trend: vuoi il chiodo con le borchie? TAAC... H&M. Vuoi la t-shirt manica lunga in pelle? TAAAC...Zara. Ormai il sistema è questo e va benissimo così, anzi in parte lo approvo alla grande e sono la prima a sperare che Zara copia certe scarpe da certi stilisti che per me sarebbero irraggiungibili, ma questo è un altro discorso... 
Ovviamente il mio blaterale lascia il tempo che trova, se uno vuol vestirsi H&M o Pimkie da capo a piedi, e ciò lo rende felice, ben venga! Sicuramente è più felice di me..  Anch'io a volte compro dal colosso svedese, ma lo faccio quando proprio non posso farne a meno, quando il capo adocchiato "mi chiama" e il diavolo tentatore mi dice "Compralo... sarebbe perfetto con le tue scarpe...". Ma anche in questo caso, prima di simile gesto valuto il capo in base ai criteri sopracitati e magari prima mi faccio un giro in Montagnola. Parlo per esperienza personale e per la mia concezione di shopping, che cerco sempre di indirizzare verso prodotti di qualità e non banali. O almeno ci provo. 
Interpretazione alternativa tra le righe: ragazze-manichini di H&M del venerdì sera non siete né originali né fashion icon. Get a life, please. 


C.

lunedì 19 marzo 2012

SALVIAMO LA SCENA

Dopo aver lodato stilisti italiani qui e dopo aver supportato i blog delle colleghe italiane ancora qui (a breve altro post sulle blogger connazionali che apprezzo. La lista si è allungata!), non potevo non parlare e pubblicizzare la scena musicale italiana! Bè, non proprio tutta, mi limiterò alle band che di recente mando in loop nel mio iPod. E che sono ancora attive. Bando alle ciance e via con la top list!


EPIC BAND: Fine Before You Came
Band milanese formatasi nel 2000. Please, non chiedetemi etichette di genere perché non le ho mai potute reggere. Anzi, in realtà quando ero una giovane ragazzina che giocava a fare la skater andavo pazza per le categorie musicale, ogni band doveva entrate alla perfezione in un genere ben etichettato (e spesso immaginato, con neologismi assurdi tipo "punk-crossover-postrock", tutto insieme ovviamente). Crescendo e ampliando le mie vedute musicale mi sono ricreduta e ho abbandonato i nomi troppo arzigogolati di generi musicali. Ovviamente sono comode e spesso è una delle prime cose che guardo quando mi capitano sotto mano nuovi gruppi o recensioni di album che non conosco, ma è sempre meglio fidarsi solo dell'ascolto e non badare troppo a simili formalità. Se proprio volete dare un nome alla musica dei FBYC potete accettare per buona "rock-emo-screamo" (??), ma non ci credo troppo nemmeno io in quello che ho scritto. Comunque, il loro ultimo album "Ormai" è uscito lo scorso 22 Gennaio ed è stato subito battezzato con un tour partito il 17 Febbraio dal Covo Club (BO): prima data, prima volta che Ormai veniva suonato, cantato, urlato dal vivo e io c'ero, in un bagno di folla, in un bagno di sudore, con le lacrime agli occhi e i pugni al cielo "...ti porto al cinema staseraaaa ma paghi tuuuu che io non ho un lavorooooo..". Io c'ero. 

Bellissimo album. E attenzione ai testi, perché la bellezza sta tutta lì.
Vi consiglio anche "Sfortuna", il loro album del 2009 e il primo realizzato interamente in italiano (decisamente meglio: trovo le canzoni molto più incisive, emozionanti e taglienti se cantate in lingua "originale", almeno nel loro caso). 


BAND GANZA: Verme.
Progetto alternativo di quattro band italiane: Jacopo/Fine Before You Came, Tommaso/Dummo, Violetta/Agatha, Giacomo/Hot Gossip nel Dicembre del 2009 decidono di metter su una nuova band e di distribuire gratuitamente il loro primo EP. Da qui ne sono nati altri due e la storia dei Verme non si è più fermata. Anche qui testi in italiano di vita quotidiana, brani-schegge amari ed esplosivi, con una buona dose d'ironia. I testi sono geniali, credetemi.



BAND CHE HO APPREZZATO TROPPO TARDI: Gazebo Penguins.
Ma meglio tardi che mai. In estate/autunno sentivo parlare spesso di questo gruppo, originario di Correggio (si, il paese del Liga), ma li ho sempre un po' snobbati. A distanza di qualche mese me li sono trovati live al mio paese e lì è stato colpo di fulmine. "Legna" è il secondo album di questa band, uscito nel 2011 e da cui è stato estratto il primo singolo "Troppo Facile". Adesso che so tutto l'album a memoria non vedo l'ora di rivederli in concerto, ma ho già perso due occasioni (vedi Extragon w/ I Cani).

Curiosità: mi ha detto una mia amica che i GP hanno proposto al cantante dei Fine Before You Came (sempre lui, anche qui) di scrivergli una canzone che parlasse sia di un amore finito che di un gatto. Lui, in pochissimo tempo, ha partorito ciò e ci ha messo anche la voce. Bravo.


ALBUM CHE ASCOLTO IN LOOP DA UN ANNO: Smart Cops.
Il loro album "Per Proteggere e Servire" è uscito lo scorso anno (Febbraio se non erro), ma è ancora attivo nella mia testa. Ramones, Dead Boys, garage, punk NY, beat italiano '60,.. c'è un po' di tutto ma fatto alla grande. Uno di quei gruppi da vedere dal vivo per cantare a squarcia gola tutti i cori, ormai imparati a memoria.



BAND NEW ENTRY: Be Forest.
Scusate l'ignoranza, ma io loro li ho conosciuti solo la scorsa settimana. Tuttavia, il loro album di debutto "Cold" mi piace assai. Originari di Pesaro, questi tre giovani propongono sonorità dark-wave, shoegaze, e le loro influenze sembrano essere Joy Division, The Cure (da cui, tiene a precisare la band, non hanno preso ispirazione per il loro nome), My Bloody Valentine, ecc... Purtroppo non riesco a trovare il modo di scaricarlo e mi consolo ascoltando il disco su Rockit.

Il video è discutibile, ammettiamolo. 


BAND "NI": Zen Circus.
Mi son sempre piaciuti gli Zen Circus, sempre. Peccato che il loro ultimo album "Nati per Subire" non mi faccia impazzire. Riconosco che la band è maturata e ha fatto passi avanti, soprattutto per quanto riguarda la scrittura dei testi, io però li preferivo quando erano più bonaccioni e dai ritornelli facili. Questa è una delle poche canzoni che salvo:



ALBUM IN LOOP DA UN ANNO + BAND REGAZ: Forty Winks.
Bè vabè, qui sono totalmente di parte visto che li ascolto da quando avevo 16 anni e sono uno dei miei gruppi preferiti da quel dì. Che dire, sono i regaz bolognesi per eccellenza e solo la copertina del loro ultimo album vale l'ascolto:
Ahaha rido tutte le volte che la vedo. Il loro tanto faticato ultimo lavoro " Bow Wow " è uscito lo scorso Marzo 2011 per Uhhip Records, dopo sei anni di silenzio. Travolgente, graffiante, da ascoltare tutto d'un fiato, melodie e ritornelli che non ti mollano più dopo il primo ascolto. Un album rock (ma quanto mi fa schifo la parola "rock", ma purtroppo non mi viene in mente niente di meglio. "Rock", "musica rock", proprio non mi va giù, mi ricorda troppo Celentano e quella cazzata del "Il Papa è lento, Obama è rock, Berlusconi è lento, la pace è rock, ecc..") suonato alla grande, senza inciampare nella banalità del genere, e risultando fresco e attuale. 
Ammetto che posso sembrare una stalker, visto che nell'ultimo anno sono andata a quattro loro concerti (il quinto 24 Marzo al Covo!) e una volta (una?) ho perso la dignità con il gruppo al completo dicendogli (ehm.. urlandogli in faccia) "io vi amooo... vi ascolto da anni... Sandro tu sei il mio mitooo..". Ero molto, molto, molto (molto) sbronza quella sera in via Zamboni. Vèz non odiatemi. 



NEW BAND TOSCANE:  Verily So;   Maraiton.
Sono due band emergenti del mio paese natale (Cecilia, Livorno n.d.r.) che apprezzo e che promuovo molto volentieri. Per i primi un folk/wave/indie emozionante, struggente, ma che sa farsi tagliente e combattivo al momento giusto. Per citare loro: "Una band che suona musica melodica sgangherata col cuore. Nient’altro da aggiungere". Il secondo gruppo ha dato alla luce un album esplosivo, contorto, martellante, che distrugge e ricompone i propri brani, proiettili di rabbia apparentemente no sense.




Bei tempi quando mi occupavo di musica, curando la rubrica del giornalino scolastico del liceo, adesso non so più fare una recensione decente di un album. Son proprio invecchiata gente!
Se avete altre band da segnalarmi (anche straniere, anche gruppi morti e decrepiti) non esitate a scrivermi! Sono sempre assetata di nuova musica da ascoltare, soprattutto in questo periodo che sono a corto di roba nuova. Consigliate!!


Mi spiace, non ascolto I Cani.


C.

sabato 17 marzo 2012

Scatti random dal Giappone

Scatti presi qua e là!

Gonne lunghe plissè, popolarissime in tutti i colori e materiali:


Signora attempata con cappotto Disney .......mmm......

Bel total black a Tokyo, approvo sempre i look semplici.


Girl band emergente, una delle mille del momento, in un live show al centro commerciale!

 Ragazzi...
 Negozietto carino, la gonna stampata con la libreria è stupenda!


Uniforme da scolaretta per uomini......no comment.

Nuovo acquisto! Fujifilm instax mini, versione Hello Kitty. Sono stata indecisa fino all'ultimo minuto se comprarla o no visto il mio (nostro) amore per le care vecchie Polaroid originali...poi ho ceduto!

V.
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