Sapete che evito di adottare toni polemici e seri, anche quando ce ne sarebbe il bisogno; sapete che raramente affronto discussioni di attualità e di carattere socio-culturali, che mi schiero apertamente su dibattiti di interesse comune. Insomma, lo sapete meglio di me che farmi portavoce di opinioni che vanno oltre l'ultimo album di Ghemon e simili non fa proprio per me. Questa volta, però, farò un'eccezione. Perché voglio parlare di un argomento che mi sta molto a cuore, ovvero la dignità della donna.
Mi avete chiesto quale fosse la mio posizione sul caso Asia Argento e Harvey Weistein – come se ci fosse bisogno di specificare la proprio posizione a riguardo, ma purtroppo nel 2017, e soprattutto in Italia, siamo ancora a questo punto, ma ci arriviamo dopo. Mi avete domandato perché non ho supportato l'iniziativa #quellavoltache. Insomma, mi avete chiesto di espormi su tutto questo casino mediatico che rivede un'altra volta le donne sotto i riflettori del giudizio. E oggi lo faccio, col solito ritardo che mi contraddistingue – perché ahimè avevo una tesi di laurea da preparare, ma anche questa è un'altra storia.