giovedì 19 marzo 2015

Triste storia di un articolo cestinato | Fruit Exhibition 2014: Tutti i Frutti della Self-Publishing




Per vostra fortuna, o sfortuna, ho deciso di pubblicare qui, su questo blog, anche gli articoli che magazine online e riviste mi hanno cestinato. Perché dovrei privare i miei fedeli lettori di una lettura così brillante e corposa? Perché, esageriamo, dovrei privare il mondo intero dei miei illuminanti pensieri, delle mie sagge parole? Non trovando nessuna risposta soddisfacente, ho deciso, appunto, di pubblicare sul blog gli articoli scritti di mio pugno che altrimenti finirebbero nel cestino del MacBook. 
Non importa se sono vecchi di mesi, o se non trattano di moda, oppure se pretendono di essere seri – per quanto la parola serietà possa starmi a bene addosso – e dal taglio giornalistico: voi ve li beccate comunque qui.

Non è la prima volta. Se spremete bene le meningi ricorderete che in passato ho già pubblicato un post che aveva avuto la disgrazia di essere stato rimbalzato da una rivista – questo qui Presente, Passato e Futuro: Moda Applicata allo Spazio-Tempo
Dunque, non vedo nessun motivo valido per non riproporre la formula vincente. E, chissà, magari ce ne saranno altre, ma spero vivamente di no, perché bello giocare da sole sul proprio blog, ma ogni tanto scappa quella voglia di... ehm come dire… essere parte di un progetto collettivo, un team, una… hey! una redazione! ecco sì, collaborare con una redazione!

Chiusa parentesi.

Dunque, stamattina, mentre ordinavo le millemillemille immagini che affollano la memoria del mio computer, mi sono imbattuta in questo mini articolo che avevo scritto per un magazine, ma che poi non è stato approvato. 
Stavo per trascinarlo sul cestino quando ad un certo punto un'illuminazione: cazzo Cecilia hai un blog, pubblicalo lì. Esatto, il lato positivo di un blog è che puoi fare il cazzo che ti pare. Quindi sfruttiamo l'unico, vero lato positivo di essere una blogger. 

Tutto questo discorso per arrivare qui, alla pubblicazione di un post nel post.
È vecchio di tre mesi e non parla di moda, ma vi farà bene comunque.

Buona lettura.


Fruit Exhibition 2014: Tutti i Frutti della Self-Publishing

Indovinello: cosa spinge una ragazza a stare ancora davanti al suo pc di domenica sera oltre il limite di veglia consentito? Tumblr? No, sbagliato, questa volta la risposta esatta è Fruit Exhibition 2014 e la voglia di raccontarvelo.

Se non sapete di cosa sto parlando, non disperate, leggete e prendete appunti.

Fruit Exhibition è il Festival dell'editoria indipendente di Bologna che raccoglie le migliori pubblicazioni internazionali di graphic design, illustrazioni, fanzine, libri d'autore e molto altro. L'evento, arrivato alla sua terza edizione, si è svolto dal 12 al 14 Dicembre 2014 presso il Palazzo Re Enzo, nel centro storico della città bolognese.


Provate ad immaginare la scena: vi ritrovate a girovagare incuriositi tra le mura di un palazzo dal fascino medioevale, ma, sorpresa!, quel che vedete sono maxi stampe contemporanee ed illustrazioni accantivanti appese al soffitto o stese sul pavimento. Continuate a girare divertiti fino ad arrivare al cuore dell'evento: la sala principale con i suoi grandiosi lampadari da cartone animato Disney e una miriade di “banchetti” con la crème de la crème dell'editoria indipendente italiana e straniera.

L'atmosfera è elettrizzante, viene subito voglia di saltare da uno stand all'altro per vedere, toccare, curiosare, per saperne di più e inondare di domande, forse stupide, i giovani editori. Gli interrogativi più comuni sono come è nato il progetto e, soprattutto, come si riesce ad andare avanti. Sospiri, spallucce e sorrisi agrodolci: è difficile, molto, ma hey! la passione non manca e sono pronti a rimboccarsi le maniche.

Impossibile, soprattutto per una logorroica come me, riassumere tutti gli espositori del Fruit Exhibition 2014, con più di 60 progetti coinvolti e oltre 20 incontri tra workshop e conferenze. Quindi, solo per oggi, lasciatemi giocare a fare il Dio del self-publishing e a segnalarvi i cinque nomi dell'editoria autoprodotta da segnarsi sull'agenda – secondo il mio umile parere.




Teiera è un'etichetta di autoproduzioni nata nel 2010 dalle giovani menti creative di Cristina Spanò, Giulia Sagramola e Sarah Mazzetti. Non so voi, ma io vorrei vivere nei loro fumetti dai colori pieni e sgargianti. Sono partite dal rilegare a mano libretti monografici e oggi sono arrivate a pubblicare antologie e progetti collettivi. Chapeau!





Nel 2010 Bianca Bagnarelli, Lorenzo Ghetti, Mauro Nanfitò, Ugo Schiesaro e Andrea Settimo, tutti studenti dell'Accademia di Belle Arti di Bologna, decidono di fondare Delebile con cui pubblicare racconti brevi a fumetti di giovani artisti italiani e stranieri. Perché dovrebbe picervi Delebile? Perché è un progetto giovane, fresco, ma ambizioso e che vale la pena di scoprire.





La milanese BOLO Paper è inconfondibile: le sue pubblicazioni sono un mix matto di grafiche malate, scritte di WordArt, colori acidi e collage stridenti come le unghie sulla lavagna. Devo aggiungere altro? Ah sì: durante il Festival hanno organizzato l'Erotic Fanzine Workshop, incentrato sul tema dell'erotismo dal punto di vista della donna. Vi serve altro?





Più di un anno fa, sedici studenti di architettura di Genova hanno deciso di inaugurare una rivista sul loro argomento di studi. Quanti di voi sono appassionati di architettura? E quanti di quelli che non lo so vorrebbero avvicinarsi a questa disciplina? Questo è il punto di partenza di Burrasca: rendere l'architettura friendly e avvicinarla ad un pubblico più ampio ed eterogeneo, accostandola a tematiche sociali-antropologiche e a grafiche accattivanti.




Ideato da Beatrice Zanelli, Paolo Berra, Mattia Macchieraldo, Moisi Guga e Stefano Riba, PrintAboutMe si definisce un “progetto in difesa della grafica d'arte contemporanea, alternativa e indipendente”. Si tratta di lavoro di collaborazione e di autoproduzione che vuole supportare e promuovere giovani talentuosi internazionali, e diffondere alcune tecniche di stampa (calcografiche, xilografiche, litografiche, serigrafiche e tipografiche). Uno scopo così nobile merita tutta la nostra attenzione.



Cecilia

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