sabato 21 agosto 2010

All Tomorrow's Parties | Darkwave da copertina

















Vogue Italia June 2009
Photographer: Steven Meisel
Fasion Editor/Stylist: Karl Templer

E' senza ombra di dubbio uno dei miei editoriali preferiti. 

Adoro l'atmosfera dark che emerge da questi scatti, un vero e proprio tributo ai primissimi anni '80, quando il post-punk era all'apice del suo splendore e la darkwave regnava incontrastata nella notte londinese. Sembra quasi di essere lì con quei giovani, spensierati, eleganti trasgressori e con la giusta dose di snobismo. 
Non si tratta più di semplici frequentatori delle piste da ballo, ma di elite (sotto)culturali, tribù urbane riconoscibili dalla loro passione per la musica underground, per il loro stile impeccabile curato fin nei minimi dettagli e per la voglia irrefrenabile di evadere dalla mediocre quotidianità. Con la notte inizia lo spettacolo: si ritrovano nei locali di culto (The Blitz Club o il Batcave sono solo alcuni), roccaforti mondane per i soli veri seguaci delle nuove tendenze suburbane. Giovani new waver amanti del New Romantic o fedeli al Goth sfilano sui marciapiedi, dando sfoggio di look pazzeschi. 

La pelle nera è il passe-partout per ogni occasione, ma non possono mancare il pizzo, il velluto e il latex; abiti retrò-futuristi o dai rimandi all'Europa orientale si affiancano a giacche sartoriali, camicie vittoriane e Perfecto jacket. Il make-up è esagerato: stregonesco per i "darketoni" e multicolor per i blitz kids (così chiamati i frequentatori dell'omonimo locale di Londra, principale punto di ritrovo per la scena New Romantic, New Wave e New Pop, da cui sono emersi noti personaggi come Steve Strange dei Visage e Boy George). Le acconciature più gettonate sono creste moicane, capelli cotonati e tutto ciò che dà l'idea di selvaggio e "disordinato". Insomma tutto andava bene pur di provocare anche solo con la propria immagine. Anzi, soprattutto con quella.

Qualche mese fa, ho citato e analizzato questo servizio fotografico per un esame universitario. Il corso era "analisi dei testi giovanili e musicali" – uno dei migliori che io abbia mai seguito, con tanto di proiezione di film musicali, ascolto di bella musica punk/post-punk etc e dibattiti sulle sottoculture e lo street style – e ho voluto preparare una tesina dal nome Mass-Punk in cui analizzavo come la cultura dominante molto spesso si appropri dei simboli delle sottoculture. In particolare ho preso come esempio il rapporto moda e la scena punk/post-punk, evidenziando le influenze che queste correnti e i loro vari street style hanno avuto sulle collezioni dei grandi stilisti. 


Oggi non ci sbalordisce più vedere un chiodo di pelle sfilare durante la settimana della moda o un paio di creepers ai piedi di una modella, ma vent'anni fa era tutta un'altra storia! Basti pensare alla collezione "Conceptual Chic" (1977) di Zandra Rhodes i cui abiti erano lacerati da strappi e adornati da spille da balia e catene in perfetto stile punk. 
Al tempo questi episodi ancora in erba furono un vero e proprio scacco matto al fashion business, poichè per la prima volta era la moda che s'ispirava alle tendenze del marciapiede e non il contrario. Ma non solo, i simboli e gli street style che gli stilisti rielaboravano e riproponevano al grande pubblico venivano dalle sottoculture giovanili, quelle tribù quasi ai margini della società che avevano come unico abiettivo quello di evadere e insorgere contro la "massa ufficiale". Un bel controsenso se si pensa che una scena underground come il Punk, nata come ribellione socio-culturale, è finita per essere inglobata dallo stesso sistema contro cui combatteva, ovvero la società ufficiale di massa.
Qui mi fermo, altrimenti potrei andare avanti per altre ore! In ogni caso la mia non vuole assolutamente essere una critica alla commercializzazione di simboli e tendenze di nicchia, ma si tratta solo di noiosa semiotica e di una gran passione per la musica e la moda.

Se siete interessati all'argomento vi consiglio: Streetstyle: from sidewalk to catwalk di Ted Polhemus.


E per concludere, vi lascio con qualche foto di band nate negli anni ruggenti della darkwave e compagnia, in cui, secondo me, è possibile cogliere qualche rima con le recenti collezioni e il photoset che ho citato all'inizio.


Bauhaus


Sex Gang Children


Steve Strange


Kas Product

Siouxsie and the Banshees


Ma perchè non sono nata a Londra quarantacinque anni fa?



Cecilia

sabato 7 agosto 2010

a/i 2010-2011 : cappe e mantelle


Hussein Chalayan
Ter et Bantine
Francesco Scognamiglio
Gareth Pugh
Alberta Ferretti
Ann Demeulemeester
Celine
Yves Saint Laurent


Adoro le mantelle. Ho sempre sognato di averne una ma purtroppo, anche dopo anni di ricerca, non sono ancora riuscita a trovarne una che mi stia bene. Ok, la colpa è anche un po' mia visto che la maggior parte delle mie esplorazioni a riguardo si concentrano nei mercatini dell'usato, dove la taglia più piccola è solo una XXL ! Solo una volta, qualche anno fa, ho comprato una mantella di un bel blu e con il colletto nero (solo 5 euro in Montagnola a Bologna) sperando fosse QUELLA giusta per me, ma aihmè arrivata a casa mi sono accorta che mi stava semplicemente enorme, effetto sacco di patate assicurato. La poveretta giace ancora in qualche angolo dimenticato da Dio di casa mia. Peccato.


Altro desiderio? Le spalline-mantello di MMM indossate da Roisin Murphy nel video " Let Me Know ". Bava alla bocca...



A proposito, altra nota:



Hussein Chalayan. Della serie "tremate, tremate, le streghe son tornate".
La sua velata ironia è un piacere per gli occhi.


C.
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