giovedì 12 luglio 2012

Non esistono più gli uomini di una volta.

Ovvero: menswear e tendenze maschili dell'uomo contemporaneo che non teme il rosa.  

"C'era una volta il principe azzurro, con il suo bianco destriero.. " è così che siamo cresciute, immaginando il nostro prode cavaliere, l'uomo dei nostri sogni agghindato a principe, abbigliamento medievale e total-look blu. Fantasticare sull'amore della vita che indossa una calzamaglia color carta da zucchero e una vistosa piuma bianca sul copricapo era già abbastanza strano e ambiguo, ma i tempi non si sono fermati e l'uomo contemporaneo ha toccato vette inverosimili.
Superato lo scetticismo verso la calzamaglia per uomo in era moderna, le mode maschili hanno sdoganato il rosa per il guardaroba di lui, hanno approvato i jeans (molto) skinny per gli indie di mezzo mondo e hanno dato via libera ai pattern floreali. L'uomo è ormai libero di esprimere al massimo tutta la sua fashion attitude, svincolato dalle catene culturali e dai tabù della società. Si sa, questa è l'epoca della Metrosexuality e gli uomini ci sguazzano dentro che è una meraviglia, senza paura di esternare il loro lato più femminile e glamour. Vedere uomini più depilati di me, più truccati di me, più magri di me e vestiti meglio di me mi provoca ancora degli scompensi, soprattutto per la mia autostima e il mio essere donna, ma questa nuova frontiera dei ruoli sessuali mi affascina e l'approvo (anche se il mio stereotipo di uomo ideale deve mantenere una buona dosa di mascolinità).
Riflesso della società e vetrina dei nuovo mutamenti culturali-estetici, la moda interpreta i bisogni stilistici-esistenziali di noi mortali, anche quando il guardaroba da rivoluzionare è quello di lui. Abbandonati i rigidi diktat dei canoni maschili, gli stilisti danno ormai libero sfogo alla loro più perversa immaginazione e non hanno più paura di osare, sperimentare. Una gonna indossata da un modello non fa più scalpore, è storia ormai vecchia. E le ultime sfilate di menswear ne sono la prova. 





Prima di partire con le mie solite polemiche e con la mia incompresa ironia, ci tengo a precisare che sono una fanatica sostenitrice dell'innovazione e del coraggio che molti stilisti riversano nelle loro creazioni, mi autoproclamo protettrice di tutti i geni ribelli che popolano il fashion system, che propongono interessanti collezioni con la giusta dose di audacia e follia. Sono pochi (ma buoni) gli shows che hanno presentato queste caratteristiche durante le ultime sfilate spring/summer 2013 menswear, tuttavia ci sono ancora molti fenomeni estetici che ancora non capisco. Chiamatela ignoranza o latente vena tradizionalista, ma io sono rimasta alquanto perplessa davanti ad alcune proposte, che voglio condividere con voi.


1) SANDOKAN
Etro

Jean Paul Gaultier
Il centro pulsante del mondo si sposta verso oriente ed ecco che anche la moda fa altrettanto: per la prossima primavera anche l'uomo occidentale farà sfoggio del turbante. Se Etro ci propone uno stile elegante, un dandy eccentrico e amante dell'india, Jean Paul Gaultier reinterpreta il turbante in chiave urbana, il dettaglio esotico per un look sportivo e easy-to-wear. E non fatevi distrarre dalla gonna lunga e dalla giacca bondage, il protagonista indiscusso è il turbante! 
Invidia. Sono anni che cerco un turbante per me, con scarsi risultati, e adesso mi toccherà subire una miriade di ragazzi modaioli che ne sfoggiano uno con vanto e trionfo. 


2) FINTI TATUAGGI
Dsquared
Benché ci sia molto da dire su questa collezione di Dsquared, in stile poliziotto dei Village People, mi voglio soffermare su un solo dettaglio: calze e manicotti effetto tatuaggio. 
Non credevo ai miei occhi, ma poi mi sono documentata e ho avuto la triste conferma. A parte il fatto che le ragnatele tatuate non vanno più di moda dall'87, ma soprattutto l'idea del manicotto effetto tattoo è vecchia. E, diciamolo, non ha avuto molto successo.


3) GIGOLO'
Mugler
L'ultimo lavoro di Nicola Formichetti si ispira al mondo acquatico, che si esprime nei colori e nei tessuti utilizzati. Una collezione che si concentra sulle forme strutturate, i tagli geometrici e il rigore sartoriale; minimalismo cromatico e dettagli cutout definiscono il tutto armonicamente. Impeccabile,  se non fosse per gli autoreggenti che si sono materializzati sulle gambe di un modello. E stanno meglio a lui che a me, tra l'altro.


4) NUOVI ROCKY BALBOA
Versace
La collezione s/s 2013 di Versace attinge al mondo del pugilato. Donatella immagina il suo uomo come un eccentrico erede di Hulk Hogan, un sexy gladiatore moderno che trascorre le sue giornate tra un bagno in piscina a Miami e pazze serate in locali gay esclusivi. Bocciata l'intera collezione, soprattutto per l'uscita in total-look pink. 
Donatella, io e te proprio non ci siamo capite. Ribadisco che aspetto Settembre per vedere cosa riesci a fare di meglio.


5) CONTADINE MINIMALISTE
J. W. Anderson
La collezione uomo spring/summer dilata il concept della linea femminile. Può essere tradotta come un'estensione della precedente collezione Resort Womenswear di J. W. Anderson. Non abbiamo bisogno di Style.com per capirlo, le immagini parlano chiaro. Una collezione femminile, come si può dedurre dai materiali utilizzati e dalla scelta delle tonalità, che gioca sulle forme decise e sulle proporzioni. Predominanza di look monocolore dalle tinte sature, con l'eccezione di trasparenze e t-shirt stampate. Sono gli accessori che fanno la differenza: pochette matelassé e foulard "alla contadinella" a coprire la testa. 
Una collezione dai tratti unisex che unisce maschile e femminile. Anzi, che avvicina l'uomo al suo lato più femminile. 


6) ANNI '90 CON FURORE
Comme Des Garçons
Il capospalla è il protagonista indiscusso della collezione menswear s/s 2013. Perfino il classico chiodo e una felpa casual si allungano per diventare eleganti cappotti. Colori neutri e giacche, anch'esse extra long, nere con dettagli e profili a contrasto caratterizzano questo "Poor King", come è stato nominato. Sotto si celano completi-pigiama camouflage, animalier e monocromo. Il tocco discutibile si trova altrove:
Capelli arancioni in stile Aqua + passata simil corona in pelle con borchie. 

7) CAPPELLAIO MATTO
Walter Van Beirendonck
Questo stilista è sempre stato affascinato da tutto ciò che è "behind closed door", dicesi. Questo suo voyeurismo intellettuale è dunque percepibile nelle sue creazioni: perversioni, oscuri segreti, infantilismo e riti privati. Gli accessori bondage, i richiami alla Massoneria e i vistosi copricapi ne sono la prova. Il privato e tutto ciò che è dissimulato devono essere indagati e resi protagonisti principali. 
Il discorso non fa una piega, ma io quei cappelli li avrei lasciati dietro la porta...

In conclusione: adesso noi ragazze dobbiamo temere anche la concorrenza di voi maschietti. Come se le fighe di legno non bastassero a calpestare la mia autostima. 

Zoolander non è mai stato così reale.


C.

4 commenti:

  1. Oddio, mai post fu più vero di questo. Che poi, si sa, l'Uomo (e ho detto Uomo, non Metroqualchecosa) non guarda le sfilate, compra la prima polo che gli capita a tiro e reputa decente. Se poi vogliamo parlare di qualche mio amico che è connesso assiduamente a Style.it, beh, lavora nella moda.. che dire, noi l'Uomo lo vogliamo Maschio.
    Lunga vita all'uomo in Lacoste stinta e sformata.
    Che Comme des Garcons ce lo teniamo volentieri noi, nell'armadio.

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    Risposte
    1. Ahahahah parole sante! Viva il petto villoso e la camicia da boscaiolo! Che per molti Uomini è il massimo livello di "coolness" che possono concepire e sfoggiare...

      Diamo a Cesare quel che è di Cesare.

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  2. Il primo "contadina minimalista" ha decisamente lo sguardo di Tarantino, quando nelle foto punta il dito contro l'obbiettivo!

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