venerdì 2 ottobre 2015

Rick Owens SS16, la sfilata che vi ha fatto incazzare.

Il fine e intelligente titolo che grida allo scandalo sul sito de Il Corriere della Sera


L'internet è un posto bellissimo. Ti svegli la mattina, accendi il tuo pc e subito ti senti libero di condividere in mondovisione la tua opinione, qualunque essa sia. Che fanta-luogo meraviglioso, l'Internet.

Così devo essersi senti le mille mila persone che da 24 ore stanno sparando a zero su tutti i social e su tutti i siti a loro disposizione contro la collezione SS2016 di Rick Owens. Alcuni commenti mi hanno lasciata davvero basita, stronzi e aggressivi, manco avessero fatto sfilare nuda e ricoperta di feci la sorella di uno di voi. Ma colpa mia, ancora ho fiducia nel genere umano che si affaccia su Facebook.
Attenzione: nella moda come in altri settori specifici, prima di sputare un'offesa bisogna fermarsi, contare fino a dieci, fare un passo indietro e osservare il caso da più punti di vista, magari documentandosi, e poi, forse, dire la propria idea, forse.
Spesso però non succede così, ma ok, andiamo avanti.

Anzi no, facciamo un passo indietro.
Perché la collezione Rick Owens Spring/Summer 2016 ha fatto incazzare così tanto la gente? Semplice, lo stilista ha fatto sfilare alcune ginnaste-modelle mentre sorreggono altre donne come se fossero abiti o accessori umani. 


Questo è il fatto oggettivo, può piacere oppure no, non capisco perché la gente si sia così offesa da tale visione, ma in molti si sono sentiti in obbligo di dire la propria superficiale opinione a riguardo, creando un vero boom di commenti negativi e ovvi che non vedevo sulla pagina di Vogue Italia dai tempi delle t-shirt rosa per uomo da Versace.

Visto che tutti vogliono dire la loro, adesso lo faccio anch'io e poi andiamo tutti insieme a deridere quelli che lo hanno fatto su Il Corriere della Sera.

Inutile negare che il primo pensiero di molti è stato quello di interpretare l'atto come l'ennesima strategia di marketing, e non suonerebbe così strano visto i precedenti dello stilista – vedi gli abiti maschili che lasciano scoperti i pistolini dei modelli o la protesta contro Angela Merkel inscenata da Jera Diarc proprio mentre sfilava, ma all'insaputa di Owens e team. 
Due casi ravvicinati che subito hanno lanciato gli show di Rick Owens nella top ten delle collezioni più chiacchierate di stagione, creando scalpore ed entusiasmo, chiacchiericcio e perfino sdegno intorno al brand. 
C'è chi crede nella buona fede del marchio nel non aver volutamente organizzato, sostenuto o ideato per scopi pubblicitari nessuna di queste due performance, chi invece, evidentemente arido di sentimenti come me, ci vede purtroppo un po', giusto un pizzico, di strumentalizzazione per far parlare della sfilata. Perché lo sanno anche i bambini, che sia buono p che sia cattivo, l'importante è che se ne parli. E quale modo migliore se non orchestrare qualche incidente di percorso durante lo show?

Ma torniamo al punto, la sfilata delle modelle-acrobate.
Ammetto che, a prima vista, anch'io ho alzato subito il sopracciglio pensando all'ennesima trovata marketing per dare il giusto sprint alla collezione, che di per sé è ordinaria e di cui forse nessuno si ricorda un solo capo. Poi ti ricordi che sei una persona adulta, con tutte le capacità cognitive in regola – credo – e che sarebbe giusto informarsi, prima di scrivere un commento di merda sotto l'articolo di Vogue Italia.

Il motivo di simile scelta estetica è la volontà di mandare un semplice, ma spesso scontato messaggio, ovvero quello di dover prendersi cura dell'altro, supportare – qui proprio nel senso concreto del termine – ed essere solidali tra noi, soprattutto tra donne, visto che si parla tanto di femminismo, ma spesso la rivalità tra donne non ha pari in natura.
Tutto molto bello, affascinante, nonché artistico e colmo di citazioni, e per una volta voglio crederci, voglio vedere degli ideali dietro questa sfilata, e non solo marketing. Però c'è il Marketing con le sue regole di vendita e di visibilità, non possiamo negarlo, perché se è vero che esiste un nobile messaggio alla fonte della performance, è vero anche che Rick Owens ha scelto di mandarlo nel modo più provocante ed eclatante a cui potesse pensare. 
Un modo per scuotere il pensiero collettivo e far interrogare il popolo su questioni come la solidarietà e la fratellanza, o meglio sorellanza? Un'altra forma di moda politicizzata, moda progresso per il sociale? Probabile, e qui ne sarei felice, in quanto ferma sostenitrice dell'idea che la moda non sia solo abbigliamento, ma una vera e propria componente socio-culturale che influenza e riflette le dinamiche quotidiane su più livelli e bla bla bla che noia, scusate. Ok, ancora tutto molto bello, ma se non fosse solo questo? E sappiamo che non è solo questo e allora mi domando: se non fosse stato Rick Owens, che ha la sua sacra reputazione e il suo stile sperimentale e d'avanguardia ormai affermato da decenni, ecco se fosse stato un altro, tutto questo non sarebbe apparso un po' forzato e pacchiano, un po' come la collezione femministahahah di Karl Lagerfeld per Chanel? Non avremmo puntato tutti il dito contro al povero stilista accusandolo di strumentalizzazione? Dubbi importanti che mi attanagliano e che non avranno mai risposte #ChiamateAdamKadmon.

Conclusione: uno show affascinate ed emozionante, ma personalmente non grido al miracolo artistico, ma nemmeno ritengo che la sfilata abbia fatto merda, anzi. 
Sarà colpa del mio cuore di pietra, del mio essere sempre sospettosa e ormai disillusa alle cose belle della vita, sarà che sono semplicemente una persona di merda, ma secondo me la sfilata di Rick Owens è stata più una bella pubblicità che una performance concettuale. Nonostante i più che lodevoli valori alla base dello show, secondo me il messaggio poteva essere espresso nello stesso modo in un secondo momento e in un altra sede, oppure essere trasmesso attraverso i soli abiti, perché dovrebbero essere questi gli unici messaggeri durante una sfilata. Nasce prima l'idea e poi la sfilata con i suoi abiti, o prima la sfilata e poi l'idea che può trasmettere? Ancora dubbi.

E poi, purtroppo, se di una sfilata si parla più della performance, delle modelle o del front-row significa che la collezione fa cagare e lo stilista ha perso un po' la bussola creativa del suo lavoro.


Visto che questo post, nato come cazzata, è fin troppo polemico e serioso che Dio solo sa perché – forse la vecchiaia mi sta rendendo saggia–, vi lascio col mio primo, vero intento di stamattina, ovvero regalarvi i migliori commenti che laggènte del web ha lasciato sotto gli articoli della collezione Rick Owens. Non capisco perché ma le persone l'hanno presa davvero sul personale. Forse offesi dall'interpretazione lesbo-bondage che la performance poteva far intendere a molti di loro oppure tutti fedeli clienti del brand Rick Owens insoddisfatti dalla nuova collezione? Tutti esperti intellettuali della Troppo Moda o c'era la cugina minorenne di qualcuno a sfilare per Owens? Altri dilemmi che non mi faranno dormire stanotte.

Buon divertimento.























Cecilia

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