martedì 22 novembre 2011

DAZED AND CONFUSED Exhibition + LONDON


Per chi non lo sapesse, ho trascorso il weekend a Londra! Sabato mattina dopo aver abbandonato la mia compagna di viaggio al British Museum mi sono lanciata in un giro in solitaria per le vie della City: prima tappa il Somerset House per la Dazed & Confused Exhibition in occasione dei 20 anni del magazine. Il caso ha voluto che proprio la sera prima comprassi Dazed & Confused scoprendo l'esistenza di questa esposizione a cui non potevo mancare. La mostra ripercorre i 20 anni della rivista (fondata nel 1991 da Jefferson Hack e il fotografo Rankin) attraverso una full immersion nell'anima creativa che ha fatto di D&C uno dei più importanti e influenti magazine del panorama alternativo inglese e poi internazionale. Numerose le interviste e gli editoriali più belli riproposti in scala maggiore sulle pareti delle tre sale della mostra, con foto di Rankin, Nick Knight, Terry Richardson e molto altri; spazi dedicati a stylist come Nicola Formichetti e Katy England, e in più una mini sala interamente dedicata ad un editoriale curato da Alexander McQueen sul legame tra moda e handicap. Fantastica! Se capitate a Londra in questo periodo vi consiglio vivamente di farci un salto, oltretutto è anche gratis (come la maggior parte delle gallerie e musei a Londra...).
Finita la visita al Somerset House ho girovagato random alla ricerca di posticini interessanti, perdendomi in zona Tottenham perché alla ricerca di una sede del London College of Fashion... Che poi per cosa? Solo per vedere l'ingresso chiuso? Che testa mi ritrovo! Una volta ritrovata la retta via e aver camminato per ore, perché le quattro metro più vicine a me erano temporaneamente chiuse (questa si chiama fortuna), mi sono catapultata a Camden Town, meta sempre d'obbligo. Qui cercavo delle semplici Creepers nere con zeppa "normale" (non quella alta il doppio) e non in vernice: NIENTE, o non c'era il numero, o non c'era questo modello o costavano troppo. Almeno ho scoperto che ho il 37 per le Creepers e quindi a breve mi cimenterò in un acquisto online, Altro acquisto che speravo di fare a Camden: la mia adorata t-shirt degli Smiths, ovviamente non trovata. Cristo ma è tanto impossibile trovare questa maglietta??
Ho anche quasi litigato con il vecchietto che vendeva magliette di vecchie band e che mi faceva giustamente notare che ero incontentabile visto che lui vendeva ben sette magliette diverse degli Smiths. Si ok, ma non la mia!! Ho avuto anche la fortuna di ritrovarmi ad una mostra fotografica dedicata ai Joy Division con scatti di Kevin Cummins presso il Proud Camden. Un altro pomeriggio di shopping l'ho trascorso a Brick Lane, a.k.a. una delle strade principali per lo shopping vintage e usato. Devo ammettere che la quantità industriale di abiti vecchi iper colorati, gonnelline a plissé polverose e scarpe tacco 2 cm non mi esaltano più come un tempo: cinque anni fa avrei venduto l'anima al diavolo per mettere piede in uno di quei negozi, questa volta no. Ovviamente non rinnego né ora né mai la mia fede al sacro second-hand, ma c'è usato e usato, e poi evidentemente non ho trovato l'occasione da urlo. Avevo inoltre idee ben chiare di cosa cercare, ovvero: creepers (nein), t-shirt Smiths (nein), vestiti neri (preferibilmente con scolli profondi sul petto o sulla schiena), camicia a fiori, stivaletti. Ovviamente non ho trovato niente di tutto ciò (ma possibile??). Ho però comprato una gonna nera asimmetrica, che volendo posso indossare con spacco sul davanti per un effetto forse migliore, nel negozio Public Beware sempre a Brick Lane. Sempre in questa zona ho trovato (per puro caso) il negozio SICK di Steph Raynor, ovvero il fondatore di BOY London: fighissimo, minuscolo ma con pezzi da urlo sempre second-hand e alcuni rielaborati, tendente al fetish e con capi (nuovi e non) firmati BOY London. In Oxford Street ho fatto tappa da Urban Outfitters, ma ahimè mi sono solo consolata ammirando i vari stands di Maison Martin Margiele, Jonathan Saunders e tanta altra bella gente. Per la prima volta ho anche messo piede da COS, brand molto in vista in questo ultimo periodo che propone una linea di abbigliamento minimal e attenta alla qualità (a breve post); ho lasciato in questo negozio il mio cuore su degli stivaletti bellissimi e semplicissimi che però costavano troppo per le mie finanze..  Ultima nota del mio weekend: look della ragazza londinese media:
LDN


Parka + maglione/felpa + fuseaux/leggings/jeans skinny + stivaletti. Niente male per essere lo stile standard! Unico neo gigante della mia vacanza: l'assenza totale di vita notturna. Purtroppo la mia compagna di viaggio era indifferente alla vita notturna londinese e fosse stato per lei alle 21 eravamo già in ostello. Almeno due sere l'ho convinta a cenare fuori, ma perfino il venerdì sera lo abbiamo passato in camera. E come se non bastasse i miei unici due agganci a Londra erano irraggiungibili o impegnati. Gran tristezza per lo sottoscritta. Vuol dire che la prossima volta mi darò alla pazza gioia notturna per recuperare il tempo perso! In conclusione, sono soddisfatta di aver definitivamente colmato anche le mie lacune culturali, ovvero visitare la Tate gallery, la National gallery e il V&A museum, che la prima volta non avevo avuto tempo di vedere. Adesso sono in pace con me stessa e quando tornerò a Londra (se tornerò) potrò dedicarmi alla vita "locale", lasciando Buckingham Palace a qualcun altro. Bando alle ciance e chiudo con la storia di Londra! Come avete potuto vedere sono stata di parola, niente foto di me che bevo un tè. 


Ps: se state cercando un posto dove dormire a Londra, vi sconsiglio di alloggiare presso il Dover Castle Hostel in Borough: un bagno (sporco) e una doccia (sporca) per 20 persone! SCHIFO. Ho detto tutto.




C.

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