mercoledì 18 gennaio 2012

Persona (I. Bergman)













Persona (1966).
Bellissimo film di Ingmar Bergman, regista svedese noto anche per Il Settimo Sigillo e Il Posto delle Fragole. Solo da pochi mesi a questa parte ho iniziato ad amare questo regista, ma adesso sto recuperando il tempo perso! 
Uno dei (capo)lavori più sperimentali di Bergman, che indaga le dinamiche relazionali tra due donne, interpretate divinamente da Bibi Andersson e Liv Ullmann, molto diverse tra loro, ma profondamente legate, quasi ad essere un'unica persona. 
L'attrice Elisabeth Vogler (Ullmann) durante una rappresentazione teatrale si blocca, colta da un'insensata voglia di ridere. Da quel momento l'attrice si chiude in un totale mutismo e, ricoverata in un ospedale psichiatrico, le viene affiancata la giovane infermiera Alma (Andersson), che dovrà seguirla e aiutarla, convivendo con lei per un lungo periodo. Tra le due donne nasce una profonda intesa, nonché una forte attrazione, ma la loro relazione entra in crisi, sfociando in morbosità, conflitto e in una forte devozione-repulsione, al punto di appartenere l'una all'altra. 
Il netto contrasto bianco/nero, le luci e le inquadrature hanno un ruolo decisivo per la comprensione dei drammi e delle emozioni delle due protagoniste; costituiscono una sovrastruttura che guida lo spettatore nel profondo della storia e del "non detto" dei personaggi. Glia abiti, come tutta la scenografia sono ridotti al minimo, perché quello che vuole far risaltare Bergman è solo il personaggio e tutto il suo mondo interiore.
Da vedere.

C.

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