venerdì 2 marzo 2012

MILANO FASHION WEEK F/W 2012-13

Terza settimana della moda: Milano. Senza ombra di dubbio una delle mie preferite: oltre a storiche e grandi firme italiane, questa è l'occasione per ammirare le creazioni di più o meno giovani designers dotati di altissimo talento, secondo il mio umile parere.
Durante la settimana milanese è scesa in campo anche l'ultima collezione di Raf Simons per Jil Sander. E qui fiumi e fiumi di lacrime amare. Raf perché? Ha preso le redini dell'azienda come direttore creativo nel lontano 1°Luglio 2005, con la sua prima collezione uomo autunno/inverno 2006. Quasi sette anni di gioia per gli occhi di tutti coloro che hanno amato, e amano, lo stile Simons, fatto di linee pulite, forme essenziali, colori basic; nessuna sbavatura, anche quando i pattern si fanno fantasia e gli abiti osano geometrie e strutturazioni, tutto curato nel dettaglio in perfetto equilibrio per ricreare quell'atmosfera eterea e pura che solo da Jil Sander, e da pochi altri, abbiamo potuto ammirare. Rumors di questi giorni dicono che vedremo Raf Simons alla direzione di Dior oppure in casa Yves Saint Laurent. Già, perché un altro grande della moda, Stefano Pilati, è ufficialmente fuori dal suo incarico. Basta, dopo queste news e le morti di Dalla e Mosconi non voglio più saperne di dipartite, di qualunque tipo. Tornando a noi, l'ultima collezione firmata Raf Simons mi è piaciuta molto, non è la mia preferita, ma è stata comunque un'ottima chiusura di carriera. Ho apprezzato soprattutto i cappotti oversize ed extra long, ampi e avvolgenti, e anche la scelta dei colori, ovvero nero, blu notte, rosso, beige, bianco, grigio e rosa in toni pastello e metal. Una sfilata raffinata e molto femminile (vedi gli abiti-sottoveste), che ricorda lo stile borghese anni '50, con i dovuti dettagli moderni. Bella.
Altre collezioni che hanno fatto breccia nel mio cuore:
Albino 

Francesco Scognamiglio

Gabriele Colangelo

Marco de Vincenzo

TOP. I miei personali vincitori del round milanese. Ho apprezzato molto anche l'eleganza architettonica di Gianfranco Ferrè, le amazzoni futuristiche-tribali di Fendi e l'opulenza sfoggiata da Dolce&Gabbana. La stessa cosa non posso dirla di Prada, purtroppo. Grande delusione Miuccia. 


Parentesi personale: vi ricordate del concorso di Eidos Communication per vincere tre borse di studio per un master in Comunicazione e Giornalismo di Moda a cui ho partecipato? Ebbene, oggi ho avuto l'esito: non ho vinto una delle borse di studio messe in palio da tre partner (Gattinoni, Altaroma, Italia Independent), questione di pochi punti dicesi, ma la scuola ha comunque deciso di assegnarmi una borsa di studio parziale (profilo interessante dicesi). GIOIA NELL'ALTO DEI CIELI, FELICITA', LACRIME, ALLELUJA ALLELUJA! Ma, ahimè, ho dovuto rifiutare. MI MANGIO LE MANI, MI PIANGE IL CUORE, SIG SOB. Questioni personali e lavorative mi hanno costretta a declinare l'offerta. Tuttavia, datemi della sentimentale patetica, considero questo (non)passo avanti come una piccola vittoria personale. Ho sempre pensato di fare merda, di essere negata in qualunque cosa, di non avere le carte in regola per affacciarmi in questo mondo lavorativo, ma se qualcuno mi ha selezionata e scelta perché ha visto qualcosa in me vuol dire che qualche possibilità ce l'ho anch'io, no? Dunque, la strada è lunga e in salita, ma sono solo all'inizio e, anche se non a lieto fine, questa esperienza mi ha dato una marcia in più. Avanti con il prossimo concorso, stage, chi più ne ha più ne metta! 


ps Rifiutare una borsa di studio è la cosa più stupida che abbia mai fatto.


C. 

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