martedì 29 gennaio 2013

Consigli non richiesti per il Primo Appuntamento.


Anche oggi voglio allietare la vostra giornata scrivendo a sproposito, come mio solito, su un argomento che non è di mia competenza. Moda? Musica? No, peggio: AMORE.

Premessa: ho la vita relazionale-sentimentale di un cucchiaino. Senza offesa per tutti i cucchiaini di questo mondo. Come se non bastasse, la mia sacra guida e fonte d'ispirazione nelle questioni amorose è Beverly Hills 90210. Quindi potete ben capire il mio grado di competenza a riguardo.


giovedì 24 gennaio 2013

Giovane, carina e disoccupata.

Quando non si ha Photoshop sul Mac, ma non ci facciamo mancare le app hipster sceme sull'iPhone. 

Tutti coloro che mi conoscono o che semplicemente hanno avuto la malsana idea di seguirmi su Twitter sanno molto bene che da Settembre sto cercando lavoro. E non intendo Il Lavoro della Vita (per quello ci vuole tempo e un'accurata strategia sociale), ma un semplice impiego. Dopo circa sei anni di lavoro stagionale presso l'azienda di famiglia come edicolante/cameriera è giunto il momento di farsi una propria vita economica. 
A cosa potevo mai puntare? Commessa di negozio. 
Per motivi forse stupidi e a causa di lunghe elucubrazioni mentali che mi sono fatta sono giunta a questa (ovvia?) conclusione. E poi, parliamoci chiaro: non vado pazza per i bambini, non ho un buon rapporto col cibo&Co. (solo con dolci e pasti per la colazione/merenda, ma a quel punto avrei altri problemi), detesto parlare al telefono e non voglio lavorare in un bar, no. Mi piacerebbe lavorare in una libreria, ma non credo che questo possa aiutarmi nell'arricchire il mio imbarazzante CV (in vista de Il Lavoro della Vita). Insomma, morale della storia, ho optato per commessa. 
Ho evitato (per adesso) le più note boutique monomarca e ho personalmente stilato una lista dei negozi "giusti" (secondo la mia testa) a cui mirare, accuratamente selezionati in base a rigidi criteri (sempre secondo la mia testa) e suddivisi in tre livelli in base al loro grado di desiderabilità/validità.

Eccomi Fornero, sono una giovane italiana choosy!

Come ben potete immaginare sono sempre senza lavoro. 

Tuttavia il mio continuo girovagare in solitaria in lungo e in largo a portare CV non è stato del tutto tempo sprecato. Infatti ho avuto modo di farmi una cultura non indifferente su i negozi che popolano Bologna e che adesso voglio condividere con tutti voi.
Ecco alcuni dei negozi che non mi hanno voluta come commessa, ma, siccome io credo nel Karma e sono una brava persona, che meritano comunque di essere segnalati. 
Prendete e divulgate. 

venerdì 11 gennaio 2013

Venticinque anni e sentirli.

E' finalmente arrivato, oggi è il mio compleanno!

Chi se lo fosse dimenticato dovrà subire la mia atroce vendetta e farsi perdonare con un regalo, ma anche un mazzo di margherite è più che gradito. Questo è il minimo che dovete fare per espiare la colpa ed essere cancellati dalla mia lista nera Brutte Persone. 
Che poi, come si fa a dimenticare il mio compleanno? Son messi che dissemino il blog di velati messaggi subliminali!

Inoltre sono VENTICINQUE ANNI, mica noccioline! 
Un quarto di secolo, un traguardo della vita, i quindici anni della maggiore età. Adesso sono abbastanza matura per lamentarmi della vita, ma abbastanza giovane per continuare a portare minigonne da minorenne. Posso fare vanto delle mia esperienze, dei miei trascorsi, della saggezza tipica dei venticinque anni, continuando tuttavia ad avere comportamenti da adolescente cerebrolesa per ogni piccolo problema di vita quotidiana. Ma si può, è tutto giustificato! Sono nel limbo dell'esistenza! Quando arriverò ad avere ventisei anni forse inizierò a farmi qualche domanda e ad avere qualche pensiero in più.
Ma oggi è il mio compleanno e non ci voglio pensare! Il mondo è bello, la vita è meravigliosa, gli unicorni volano nel cielo, piove cioccolata, gli abiti di Givenchy si trovano al mercato per pochi soldi e gli Uomini Romantici non si sono estinti nell'82. 

Ovviamente sto dicendo delle boiate pazzesche e ne sono consapevole, non vi preoccupate. 


lunedì 7 gennaio 2013

La falsa favola del mondo Curvy

Eccomi.

Sono tornata a Bologna oggi pomeriggio, giusto in tempo per arrivare a casa e piazzarmi sul divano per vedere Fringe. Il viaggio, quelle simpatiche come un calcio nei denti quattro ore e mezza in treno, è andato tutto nel verso giusto, se non fosse per una piccola variazione della mia routine che mi ha colta di sorpresa alla stazione di Firenze Rifredi. 

Dovete sapere che io adoro viaggiare in treno. O meglio: io adoro viaggiare in treno se non ho bagagli ingombranti o un numero superiore a una borsa con me, se non devo fare più di un cambio, se non devo aspettare per più di mezz'ora la coincidenza, se l'ansia di perdere o dimenticare qualcosa non mi assale all'improvviso, se ho l'iPod carico, se non ci sono bambini che piangono, truzzi con musica truzza a tutto volume e cinesi che urlano al telefono, e soprattutto io adoro viaggiare in treno se non si tratta di un treno Trenitalia. 
Capite bene che il mio amore per i viaggi in treno muore ancor prima di mettere piede in stazione. Ma visto che non sono ancora ricca e famosa per permettermi un jet privato, devo far buon viso a cattiva sorte. Le armi per affrontare alla meno peggio il viaggio sono: sfondarsi le orecchie di musica propria e fantasticare su improbabili videoclip o concerti impossibili, un libro fidato oppure fissare un punto a caso con sguardo vacuo ed espressione ebete interrogandosi sulla propria vita per almeno tre ore. Fondamentale è la primissima regola che mi impongo da sempre per gli spostamenti con mezzi pubblici: sguardo basso, bocca chiusa e mai, per niente al mondo, incrociare lo sguardo con qualcuno. Il treno è una giungla, è pieno di persone che hanno un bisogno viscerale di parlare, parlare e parlare quando si trovano chiuse in una carrozza. Persone che non riescono a stare in silenzio per più di due minuti e che cercano una vittima da seviziare. 
Si, sono una di quelle che alimenta l'indifferenza urbana in epoca moderna, una di quelle che gli opinionisti in tv additano come mostri delle nuove metropoli che uccidono la comunicazione interpersonale, i valori, gli affetti, la solidarietà e tante altre belle cose tipo si stava meglio quando si stava peggio e viva il paesello. Sono una brutta persona. 

Tuttavia, questa volta qualcosa è andato storto. 
Non so bene cosa, evidentemente ho abbassato la guardia distraendomi a guardare le scarpe della tipa accanto a me e quando ho sentito "Il mio treno ha fatto ritardo di 15 min" d'istinto ho risposto "Anche il mio!". E quando la stessa voce ha pronunciato "Devo andare a Bologna, speriam vada tutto bene" non mi sono trattenuta e ho urlato "Anch'io!".
Ormai era fatta, senza accorgermene avevo conquistato una compagna di viaggio. 


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