giovedì 11 aprile 2013

ODE ALLE SCARPE BRUTTE



Il brutto è bello, si sa. 
Il brutto ha quel fascino incompreso che pochi colgono, quel non so che attraente, ipnotico e che rapisce lo sguardo e lo spirito. Il diversamente bello è una dimensione a parte, con proprie regole, e che segue fili logici sfuggenti alle menti ancora troppo ancorate alla vanità apparente del reale. Il brutto colpisce dove l'occhio pigro non vede o non vuol vedere, perché facile decantare la bellezza di una rosa rossa in primavera, impresa ben più ardua è accarezzare la velata beltà di un posacenere sporco sul tavolo di un bar. 

Il compagno di classe un po' sfigato, un po' bruttino, che però ci piace. Quell'opera d'arte incomprensibile, disordinata, "però è arte" e ci piace. Quel cane tanto brutto, quanto bello, che sembra un formichiere, che però ci piace.
Io, ad esempio, ho un debole per i palazzi brutti. Proprio quelli brutti brutti che non si possono guardare, gli edifici-mostri urbani che sorgono ai margini delle vostre strade, quelle colate di cemento che solo a stargli vicino è subito claustrofobia e mancanza d'aria. Ecco, a me piacciono e passerei intere giornate a fotografarli. Più sono pesantemente geometrici, incolori, incombenti e in aperta guerra con ciò che li circonda, più mi fanno impazzire.
E poi ho un'altra ossessione malata: LE SCARPE BRUTTE.




Guardiamoci in faccia e ammettiamolo una volta per tutte: la moda, questo spietato mondo, spesso ci propina trend abominevoli ma noi, povere ingenue, tutte pronte a dire si bello bello lo voglio figo. Ci appelliamo allo stesso principio che vale per le opere di Jeff Koons evidentemente e quando qualcuno dice "ma quell'abito è orrendo" noi, petto gonfio e sopracciglio alzato, siamo subito pronte a dire "ma è Alexander McQueen, è moda, è come un'opera d'arte"
Per carità, niente contro a Il Genio, ma mettiamoci una mano sul cuore e riconosciamo le nostre colpe.
Ringraziamo creativi come Maison Martin Margiela che hanno fatto del diversamente bello un fatto concettuale, facendoci sentire meno in colpa ad apprezzare, ma che dico, adorare con tutte l'amore che abbiamo in corpo, pantaloni trompe l'œil oversize o abiti-tappeto. 

Potrei andare avanti per ore, giorni, a denunciare fenomeni di moda opinabile, ma oggi voglio solo concentrarmi sui casi che mi sono più vicini, le scarpe appunto. 
In particolare, voglio prendervi per mano e accompagnarvi nel mondo di & Other Stories.

Ah Ceci', arrivi tardi! 
Lo so miei cari, lo so. Ormai di & Other Stories si è già detto tutto, siete saturi di informazioni su questo nuovo brand, ma chi sono io per non spendere qualche parolina sul fenomeno stilistico del momento? Non sono in ritardo, sono solo furba: ho aspettato che il boom della novità scemasse dai vari blog e che ci fosse un altro buon motivo per parlarne in un secondo momento, lontano dagli schiamazzi frenetici della prima ora. 
Vecchia volpe (#credici
Il motivo ufficiale per cui riapro la parentesi & Other Stories è questo: APRIRÁ UN MONOMARCA A MILANO IL 19 APRILE IN CORSO VITTORIO EMANUELE 1. 
Per chi non lo sapesse, & Other Stories è il nuovo marchio del gruppo H&M, uno di quelli fighi-intellettualoidi-alternativi che piacciono tanto a noi ragazze di mondo. 
Il motivo ufficioso per cui parlo di & Other Stories è: le sue scarpe belle belle belle brutte in modo assurdo. Ma tanto assurdo.

Appena messo virtualmente piede sul sito online, il mio primo pensiero è stato subito scarpe scarpe scarpe scarpe. E così è stato. Una volta spinto il cursore sulla voce shoes mi si è aperto un mondo favoloso di bellissime scarpe oggettivamente brutte. 
Voi sicuramente non potete capire, cioè potete capire quanto me la bellezza di simili calzature, ma non potete affrontare l'amara realtà della faccenda con un occhio imparziale e critico, ma vi posso assicurare che tutti quelli a cui ho fatto vedere i modelli mi hanno riso in faccia, rotolandosi ai miei piedi. 
Stronzi! ignoranti! Contadini! Ma poi ho cercato di capire simili menti, ho tolto le lenti della fashion victim convinta e ho visto l'oggettività delle miei scelte: le scarpe sono davvero brutte (ma io le adoro). 

SPLIT HEEL PUMPS
Sembrano essere le scarpe meno stabili del mondo, eppure hanno fatto breccia nel mio cuore. Sarà per il dettaglio "split heel" o per il fascino incompreso da scarpa ortopedica.


LEATHER PUMPS
Ammazzano il collo del piede come poche scarpe riescono a fare, per non parlare dello stile vagamente retrò, vagamente nonna che sprizzano da ogni cucitura.


BLOCK HEEL PUMPS
Che dire, il segreto della bellezza di queste scarpe è tutto lì, nella punta quadrata che allunga il piedi di circa 5cm, per un effetto clown-chic impeccabile.


BLOCK HEEL PLATFORMS
Il fascino di queste calzature sta tutto nel delicato equilibrio tra le fattezze zoomorfe (non sembrano una balena?) e l'austero mood da signorina Rottermeier. 


FLATFORM SANDALS
Il richiamo dell'oriente, le tradizionali calzature giapponesi, l'intrigante figura della geisha: tutto in questi sobri sandali, reinterpretati in chiave pop-moderna.


LEATHER FLATS
Ballerine a missile: oro metallizzato, pointed toe e dettaglio in plastica semi-trasparente per tutte le amanti dello Space Age Style e di un gusto piacevolmente futuristico. 


ABIGAIL LORICK SLIPPERS
Queste scarpe parlano da sole. Nemmeno io so bene cosa mi spinga a desiderarle, forse quel senso estetico anomalo, quel gusto per l'orrido che nasconde meraviglie di cui parlavo prima. Si, deve essere così. 


Fatemi sentire meno sola e ditemi che anche voi dareste un rene per queste scarpe.

Un consiglio che posso darvi sulle scarpe brutte è che devono comunque avere una loro dignità. La filosofia della Scarpa Brutta possiamo farla rientrare in quella ben più ampia del Come Vestirsi di Merda: non tutto quello che è merda luccica, il brutto deve avere una sua logica, una raison d'etre che vada ben oltre i canoni standard dei comuni mortali.
Insomma, anche la Scarpa Brutta deve essere spacciata per concettuale, alternativo, avanguardia, ricercato. Se le vostre scarpe sembrano uscite dai banchi tutto a 3 euro delle badanti, state pur certi che quelle son proprio scarpe de merda, difficile sbagliare. 

Cecilia

4 commenti:

  1. Amica, non sei sola... io in sto periodo sto cercando un paio di booties col tacco un po' da strippers e tutti me li offendono.

    (ou, li vuoi ancora i tabi boots?)

    cloudinaina ina ina ina

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    1. Ahahaha ma anch'io sono anni che cerco scarpe col tacco da strippers (se ho capito cosa intendi) ma tutti me le bocciano!

      (Uh si!)

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  2. Ottima pagina. Vedessi le scarpe che ho io me le faccio spedire direttamente dall asia e le sfoggio con molta disinvoltura e naturalezza. Ed io sono maschio
    http://m.milanoo.com/it/p11280.html
    http://www.milanoo.com/Unique-Black-8-High-Heel-Buckles-Front-Tie-Lolita-Shoes-p77684.html
    http://m.lightinthebox.com/it/fatto-a-mano-in-pelle-pu-31-centimetri-red-high-heel-shoes-punk-lolita_p514738.html

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    1. STIMA, TANTA STIMA. Hai tutto il mio rispetto, perché tempo fa andavo pazza per queste scarpe ma non ho mai avuto il coraggio di comprarle :(

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