mercoledì 27 agosto 2014
I'm Not Just Here to Ruin my Makeup – Fashion #IceBucketChallenge.
Scontato, ma doveroso post sul tormentone più virale del momento: #IceBucketChallenge.
Come sempre, il mio tempismo nel parlare di un argomento di attualità mi contraddistingue dalla massa, e anche questa volta eccomi a scrivere sull'#IceBucketChallenge dopo la banda, dopo perfino la Colonna di Destra di Repubblica.
Per quei pochi, pochissimi che non sanno ancora di cosa si tratti questo fenomeno mediatico globale – e che evidentemente vivono su Marte – ecco un piccolo aggiornamento:
Ice Bucket Challenge è un'iniziativa benefica volta a sensibilizzare l'opinione pubblica sulla SLA – Sclerosi Laterale Amiotrofica – e, soprattutto, a raccogliere fondi per la ricerca contro questa malattia.
La sfida consiste nel gettarsi, o farsi gettare, una bella secchiate d'acqua ghiacciata e poi nominare tre coraggiosi che dovranno fare altrettanto. E così via. Ma non solo: dopo il giochino, le regole prevedono di fare una donazione a un'associazione benefica del settore.
Quindi dopo aver fatto la doccia gelida, prima di postare il video della prova di coraggio su Facebook, correte a versare quel che potete QUI.
Perché proprio una secchiata d'acqua ghiacciata? È la metafora della malattia: l'acqua gelida ti paralizza, blocca (per un attimo) il sistema nervoso, proprio come la SLA.
Questa iniziativa è nata nel 2012 circa, ma solo questa estate è esplosa a livello mondiale, coinvolgendo soprattutto una miriade di celebs: da Mark Zuckerberg a Bill Gates, da Justin Bieber a Leonardo di Caprio, David Lynch, Matt Damon – che ha utilizzato l'acqua del cesso – e perfino Homer Simpson ha accettato il guanto della sfida.
Anche in Italia è esplosa la mania benefica: tra le tante da citare, quella di Santa Maria de Filippi e quella di Gianni Sperti.
Etichette:
anna wintour,
fashion,
ice bucket challenge,
jean paul gaultier,
kate moss,
stella mccartney,
tom ford,
versace,
Victoria Beckham
giovedì 7 agosto 2014
Guida definitiva alle foto nei camerini nei negozi.
io e il camerino di Zara in un momento felice.
Molti anni fa, quando ero ancora un'ingenua ragazzina di provincia che leggeva Glamour e che voleva essere come Agyness Deyn, feci una promessa a me stessa: mai più foto nei camerini dei negozi.
La causa di tale, funesta decisione fu una brutta esperienza in uno Zara di Firenze.
Mettetevi comodi e ascoltate.
Iscriviti a:
Post (Atom)