martedì 8 settembre 2015

Quale sarà la prossima cagata americana di Moschino.



Premessa: 
È la vostra fashion blogger preferita che vi parla.Ebbene sì, non sono scomparsa come molti di voi forse hanno pensato, ho solo dovuto accantonare il blog per i soliti motivi di forza maggiore che mi affliggono ogni estate: LAVORARE COME UNA POVERA NELL'AZIENDA DI FAMIGLIA. 
Per chi mi segue da un po' e per i fortunatissimi che hanno il piacere di followarmi su Snapchat, è ormai chiaro quale siano le mie occupazioni estive, ma nel dubbio le ripeto ancora, così sarò giustificata del tutto per la mia assenza. Allora: vendere giornali e tenermi aggiornata continuamente sui gossip italiani, col solo scopo di divulgare le notizie a voi; offendere Michelle Hunziker e tutta la famiglia Ramazzotti; lavorare al bar e instagrammare il gelato artigianale della mamma; visione serale di Mtv presso il bar per commentare i tormentoni estivi 2015; lavorare come cameriera in un ristorante nel week-end e parlare male inglese con i tedeschi. 


Capite adesso che misera vita ho passato negli ultimi tre mesi? Io, famosissima e bellissima fashion blogger di fama nazionale costretta a lavorare come i comuni mortali. Ma soprattutto, costretta a essere gentile e cordiale con gente vestita di merda, obbligata a servire come una schiava ragazze con la nail art.


QUESTA È L'ITAGGLIA. 
È una vergogna, lo so, ma tra poco sarà tutto finito, a breve tornerò in città a vestirmi decentemente e a dettare legge nella moda dall'alto del mio divano in cucina. 
In conclusione, chiedo scusa ai miei lettori, ma avevo una baracca da portare avanti.


Adesso che siamo di nuovo tutti qui, non perdiamo tempo e buttiamoci subito a capofitto nel nostro argomento preferito: la Troppo Moda.

Visto che oggi mi sento carica e ho le dita che fremono sulla tastiera, voglio ripartire alla grande con una bella polemica gratuita. Chi è il fortunello che si accaparra la mia prima infamata di stagione? [rullo di tamburi] Jeremy Scott! 




Moschino e il suo direttore creativo sono un argomento scottante che va trattato con i guanti. Per iniziare, dico subito che Jeremy Scott mi ha sempre fatto cagare. Ok, quando ti affacci per la prima volta sulla moda posso capire che lo stilista americano possa esercitare un certo fascino sulle giovani menti. Una volta però che i colori acidi e gli abiti pop accattivanti perdono mordente, ci accorgiamo che il favoloso mondo di Jeremy Scott altro non è che una parodia di se stessa, un baraccone colorato di cui possiamo anche fare a meno. Insomma, tutto fumo e niente arrosto, tutti quegli #amaziiiing #crazyyy #genius #wow e compagnia bella vanno a finire nel sacco del dimenticatoio insieme alle Jeffrey Campbell del 2009. 

Quindi, una volta smascherato il teatrino Scott, la noia avanza e le sue collezioni possono solo lasciare il tempo che trovano tra una stagione e l'altra. 


Detto questo, più volte ho espresso il mio “fate merda" contro la decisione di insediare Jeremino Scott alla direzione di Moschino e in più occasioni ho dichiarato a gran voce che le sue collezioni sono 'na vergogna bella e buona – ripassino generale qui.

Ormai le collezioni Moschino fanno scalpore: chi le ama alla follia, tanto da spendere 150 banane per una t-shirt con un orsacchiotto, roba che mia nipote ne ha di più fighe, e chi le odia, come me, al punto di spendere numerosi tweet e ore della sua giornata alla ricerca della battuta al vetriolo perfetta. 
Come penso sia chiaro, nel bene o nel male, di Moschino si parla, e tanto, e questo basta ai capoccia seduti su poltrone di pelle umana che dirigono la maison. 


Ma perché Jeremy Scott da Moschino ci fa così tanto incazzare? È giunto il momento di chiarirne il motivo.

[un attimo di attenzione, silenzio in sala]

Stile ed estetica a parte, che purtroppo sono soggettivi e nessuno può impedirvi di avere dei gusti di merda, quello che più mi fa cagare il cazzo della sua direzione da Moschino è il suo essere così orgogliosamente, palesemente, pesantemente americano. 

Onestamente, devo ammettere che i capi rispecchiano l'archivio della maison e sono in linea con l'ironia e l'irriverenza che l'ha sempre caratterizzata, fin qui non ci piove. Poi però deve sbatterci sopra il McDonald's, la Barbie, i Looney Tunes, cioè ripeto I LOONEY TUNES E ALLORA DICI MA CAZZO JEREMY 'STA MERDA FALLA A CASA TUA E NON ROVINARCI MOSCHINO DIO SANTO. 

Moschino è sempre stato uno dei marchi che ha portato con fierezza la bandiera della moda Made in Italy in giro per il mondo, quindi per QUALE MOTIVO DEL CAZZO DEVE ARRIVARE 'STO AMMERRIGANO DI MERDA A STRAVOLGERE LE COSE?! Io capisco tutto, capisco le questioni economiche, capisco il marketing e il voler riposizionare un brand sul mercato per attirare una nuova fetta più giovane – e quindi più ricca, più propoensa al consumo e ai social networks – di consumatori, ma PORCA TROIA QUESTA È UNA VERGOGNA. 
Ogni volta che esce una collezione Moschino firmata Scott, l'immagine che mi balena nella mente è una ruspa decorata da stelle e strisce che rade al suolo un delizioso palazzo per farci un parcheggio. Esagero? Forse sì, ma quando si tratta di moda italiana divento super nazionalista come ai Mondiali di calcio. Secondo me Jeremy Scott da Moschino è stato questo, un americano che ci viene in casa a insegnarci come fare la carbonara e che al posto dell'uovo ci mette la panna. Un brand storico italiano va in mano a uno straniero e questo non fa altro che ricordarcelo in continuazione, ci sbatte in faccia che HEY ITAGGLIANI, ADESSO ARRIVA L'AMMERIGA AD AIUTARVI e allora giù con le merdate USA. Quindi, oltre il danno anche la beffa, una bella presa per il culo.

Opinione personale, ma per me è questa la fine di Moschino ed è il motivo per il Jeremy Scott mi sta un po' sui coglioni. 


Messa in chiaro una volta per tutte la mia posizione verso Jeremino, adesso sorge una domanda: quale sarà il prossimo mito americano che investirà Moschino?

Se pensavate che dopo la Barbie, i graffiti da ghetto e Sponge Bob i miti americani da affiancare al nome Moschino fossero finiti, vi sbagliavate di grosso.
L'immaginario americano pullula di eroi, eventi storici e personaggi papabili per diventare il prossimo tormentone della gente Troppo Moda. 
Visto che già si respira aria di Fashion Week, direi di portarci avanti col lavoro e di iniziare a visionare i potenziali loghi che potrebbero apparire sulle cover per iPhone di mezza Milano.


1) LA GUERRA DEL VIETNAM


L'America ci ha proposto la Guerra del Vietnam, soprattutto dal punto di vista USA, in tutte le salse, dalle rappresentazioni cinematografiche a quelle letterarie, per non parlare delle continue citazioni in trasmissioni televisive, cartoni animati e parodie. E come dargli torto, si tratta di un evento storico che ha segnato per sempre un'intera nazione. E perché non utilizzare questo immaginario militare anche nella moda? Secondo me, Jeremy Scott potrebbe farlo. 
Già riesco a vedere modelle polacche sfilare in lunghe giacche camouflage con paillettes, oppure sfoggiare con sicurezza deliziose borse a forma di carro armato . E gli elmetti non vogliamo metterceli? E una rete mimetica indossata come poncho, no? Perfetto, un successone. Ciliegina sulla torta: una mitragliatrice che funge da bastone per selfie. 


2) IL MOVIMENTO HIPPY

Non puoi dire Guerra del Vietnam senza pensare ai figli dei fiori. Movimento socioculturale americano nato come reazione alla forte militarizzazione dell'America nei primi anni Sessanta, gli Hippy sono entrati a pieno titolo nell'immaginario americano. E se Karl Lagerfeld ha portato il Flower Power nella sfilata di Chanel, perché Jeremy Scott dovrebbe tirarsi indietro dal farlo? 
Cascate di pattern psichedelici e di tessuto tie-dye, coroncine floreali, occhiali alla John Lennon e chi più ne ha è più ne metta. Le modelle potrebbero sfilare con in mano una bandiera della pace da sventolare con fierezza, avvolte in pantaloni a zampa dalle fantasie improbabili, maxi skirt di chiffon e peli in libertà sulle ascelle. Quindi il mio incubo peggiore, dopo IT. E la cover come potrebbe essere? Tempestata di fiori e Peace&Love dai toni arcobaleno potrebbe funzionare.


3) HOLLYWOOD

Il cinema hollywoodiano non può essere messo da parte quando si parla di America. I grandi divi del maxischermo e i film indimenticabili che ancora oggi continuiamo a guardare all'infinito, tutto questo va a braccetto, per mano e anche in spalla al mondo della moda. 
Per Moschino immagino abiti anni Cinquanta che richiamano le pellicole di Hitchcock, capelli platinati e neo sulla guancia per rendere omaggio a Marilyn Monroe, e, per strafare, potremmo addirittura aggiungere un look uguale all'abito bianco di Quando la Moglie È in Vacanza con cui l'attrice fece impazzire mezzo mondo; citerei anche Audrey Hepburn e i suoi abiti Givenchy, bastone e bombetta per un tocco maschile che richiami Charlie Chaplin. Il resto solo lustrini e glitter, diamanti e tessuti satinati. La cover per questa collezione: una stella da Walk of Fame con inciso il nome Moschino.


4) FUMETTI

Ok, forse non sono simbolo di America, ma dovete ammettere che, volendo oppure no, spesso sono come culo e camicia. Quindi liberate la vostra fantasia e sbizzarritevi a decorare gli abiti di Moschino con personaggi Disney come Topolino, Paperino e Pippo. Se preferite potete invece ricorrere ai Supereroi della Marvel e della DC Comics, ad esempio inventando copricapi a forma di maschera di Batman o pochette sagomate come il pugno verde di Hulk. Oppure io propongo una terza opzione, meno scontata e che Jeremy Scott potrebbe adottare: Adventure Time e la cover potrebbe avere la forma della Principessa dello Spazio Bitorzolo.


5) RAMONES, BEACH BOYS E TUTTI GLI ALTRI

Da Elvis Presley al CBGB, dal Rock'n'Roll californiano al Punk dei NOFX. Buttiamoci nel mezzo anche Bruce Springsteen con Born in the USA e siamo al completo. Il risultato è un mix di chiodi di pelle su t-shirt bianche e jeans skinny, capelli impomatati e giacche bianche con decori dorati, il logo Moschino reinterpretato in stile brand d'abbigliamento di skateboarding e modelle che indossano maxi borse che sembrano tavole da surf. Ovviamente questa è solo una bozza iniziale, le combinazioni con questo tema possono essere infinite. In questo caso la cover è facile: una chitarra Fender con fiamme e Cadillac. 


6) I PRESIDENTI DEGLI STATI UNITI D'AMERICA

Se il tema fosse questo Jeremy Scott schizzerebbe immediatamente in cima alla lista dei miei stilisti prefe – non è vero. Si sa quanto siano fissati gli americani con le loro radici, con la loro storia fatta di conquiste, rivoluzioni e battaglie per l'affermazione di se stessi e dei più disparati diritti. Ebbene, non sarebbe così assurdo se uno stilista dedicasse la propria creatività alla nobile intenzione di rendere omaggio alla grandiosa America. 
Una collezione d'avanguardia e accattivante, con il giusto pizzico d'ironia che ben si addice a Moschino: parrucchini bianchi e boccolosi in ricordo di George Washington, tailleur maschili impeccabili per affermare lo spirito d'indipendenza e intraprendenza della donna contemporanea, nonché per citare la divisa del perfetto presidente. Tra l'altro, a ben pensarci, i completi giacca e cravatta, magari abbinati a delle valigette da lavoro, richiamano alla mente il capitalismo Made in USA e il fenomeno anni Ottanta degli Yuppies, l'apoteosi dell'Essere Americano, insomma. Per aggiungere un tocco pop alla collezione, penserei anche a delle maxi t-shirt con stampe dei volti di tutti i presidenti, da Kennedy a Obama, passando per Nixon, Reagan, Bush e Clinton. Per non farci mancare niente, il lato femminile della collezione emerge con le mise da First Lady, come i tailleur bon ton di Jackie O' o le giacche colorate di Hillary Clinton. Accessorio must have una cravatta e sulla cover per il cellulare una bella bandiera a stelle e strisce. 

E con questo tocchiamo livelli altissimi inimmaginabili. 



Queste sono solo alcune delle proposte possibili per la prossima collezione di Moschino. L'attesa è snervante, lo so, ma a breve sapremo quale mito americano del cazzo ci proporrà Jeremy Scott per questa stagione. Sono aperte le scommesse.


Cecilia



ps: avrei voluto realizzare questo post con immagini ritoccate e illustrazioni dei possibili look, ma purtroppo ho problemi con Photoshop e non sono una creativa. Se sei un'informatico, un grafico o un illustratore e vuoi aiutarmi per i prossimi pezzi, scrivimi! Pago in stima eterna. 

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