In un mondo civile una ragazza dovrebbe essere libera di passare le sue giornate a guardare i video di Beyoncé. A una ragazza, ma anche a un ragazzo che sia chiaro, non dovrebbe essere tolto il sacrosanto diritto di guardare i video di Beyoncé quando vuole e per quanto tempo vuole. Il lavoro è il nemico numero uno che minaccia continuamente questo diritto fondamentale della persona. Una ragazza che non può guardare e riguardare all'infinito l'intera "videografia" di Beyoncé perché è oppressa dalle catene del lavoro, non è una ragazza felice.
Ecco, io domenica avrei voluto trascorrere la mia giornata, o parte di essa, al computer per riguardare e riascoltare tutti i capolavori di Beyoncé. Ho detto domenica 4 Settembre non a caso, perché proprio quel giorno la Regina ha festeggiato il suo trentacinquesimo compleanno. E invece no, non ho potuto. Sono stata costretta ad abbandonare il mio sogno per piegarmi al volere del Dio Lavoro.
Ed eccomi qui, allora, con tre giorni di ritardo, durante il mio turno di lavoro in edicola, in una mattinata settembrina che minaccia di piovere e che ha fatto scappare tutti i clienti, a provare a realizzare il mio sogno infranto. Nessun bagnante ritardatario, nessun bambino piagnucoloso, nessuna anziana signora in cerca di gossip, nessuno oggi potrà impedirmi di guardare i video di Beyoncé.