mercoledì 29 febbraio 2012

Cose di cui vergognarsi degli anni '90.

TONIGHT IS THE NIGHT IS THE NIGHT OOF LOOVE FOREVER AND EVER IS NEVER ENOUGH TUNZ TUTUTUTU TUNZ


La scorsa sera ho partecipato (purtroppo) ad una tristissima festa di carnevale in casa di sconosciuti. La situazione era altamente imbarazzante: solo 6/7 presenti alla festa (che in realtà era un dopo cena leggermente movimentato), ragazzini/e tamarri e con gusti musicali pessimi. Gusti di vita in generale pessimi. Ovviamente io e le mie tre coinquiline eravamo le uniche idiote travestite (da animali da circo - mi hanno convinto a partecipare dicendomi che potevo vestirmi da pantera ed indossare le orecchie da gatto prrr miao!), quindi disagio e vergogna a go go per buona parte della serata. Finita un'intera cesta di patatine (quelle bianche, che sono peggio della droga per quanto danno dipendenza), ascoltata, e volutamente ignorata, l'ennesima battuta triste sulle "palpate di culo" di uno dei presenti a caso con gli ormoni impazziti per la troppa figa davanti ai suoi occhi, io e una mia coinquilina decidiamo di prendere possesso del pc, ovvero della musica della festa. Chiuse tutte le finestre Youtube con versioni remix di qualunque brano più o meno recente di musica pop ed eliminata ogni canzone vagamente fricchettona, iniziamo a dare libero sfogo ad una delle passioni della casa: la musica trash anni '90. Evito di andare oltre con il racconto della serata, lasciandovi giocare con la vostra fantasia per inventare un finale a vostra scelta, che sicuramente sarà  migliore dell'originale.
E' stato in quel preciso momento, tra un brano dei Venga Boys e un video di Gala, che ho capito che lo stile trash anni '90 è stato fin troppo sottovalutato (grazie a Dio), o comunque non troppo citato negli ultimi tempi, e che era giunta l'ora di dedicargli qualche parola. In realtà sto cercando giustificazioni valide per poter ascoltare e pubblicare canzoni imbarazzanti che però adoro, in chiave ironica si intende. 
Per molti di voi il decennio '90 è sinonimo di Grunge, dunque pantaloni strappati, maglioni infeltriti, Kurt Cobain (pace all'anima sua), Riot Grrrls, oppure va a braccetto con il boom delle Spice Girls. Ma per molti altri di voi i Nineties sono l'apice dell'Eurodance, Italodance, Busseriadance più trash che si possa trovare in tutta la storia della musica. Non negate: chi di voi non ha mai ballato, almeno una volta, I'm blue da ba dee da ba die? Inutile abbassare lo sguardo, c'eravamo tutti fino al collo in quei ritmi dance-tamarri da tagadà! 

1995



1998

1995

1993

1994

1997

Se negli anni Ottanta i musicisti si erano dati alla pazza gioia con la stravaganza, gli eccessi e il cattivo gusto, quelli degli anni Novanta non hanno fatto altro che portare avanti questo modus vivendi, limitandosi ad eliminare le paillettes scintillanti e le spalline alle giacche. Come potete vedere, il mood generale era all'insegna della trasgressione, delle orge in camere d'albergo, delle frasi allusive e poche velate; sicure di sé e convinte di piacere (credici), queste comete della musica mettevano in mostra i loro petti glabri e i loro ombelichi per gridare in mondovisione la loro voglia di sesso perverso e di party hard. 

Stilisticamente parlando è evidente che il minimalismo di Calvin Klein non era pane per i loro denti.
D'obbligo la pancia scoperta, quindi daje con reggiseno in vista, crop t-shirt e mini top, rigorosamente monocolore di tinte acide o pastello, blu navy, verde bottiglia. Il camouflage andava alla grande, così come i boy-friend  jeans, i mini dress attillati e le zeppe. Tornano i pantaloni scampanati, ma con la vita più bassa e spesso con effetto metallizzato o in cotone stretch (per outfit più sobri). Negli anni Novanta tutto si restringe, si scorcia, tutto si fa più essenziale, e questo le band lo sapevano benissimo, ma il modo per eccedere e rendere tutto più "pacchiano" l'hanno trovato comunque. Colpa forse del combo della morte abbigliamento+capelli orrendi?


C.

lunedì 27 febbraio 2012

LONDON FASHION WEEK F/W 2012-13

Secondo post sulle fashion weeks: Londra! (scusate la lentezza con cui sto recensendo le sfilate, ma ultimamente i miei ritmi di vita sono in modalità "lumaca").  Come avevo già anticipato, la settimana londinese non è stata, almeno per me, così entusiasmante come speravo e alcuni dei miei designers di punta mi hanno un po' delusa: Christopher Kane in primis, Jonathan Saunders a seguire. 
Kane propone una collezione dall'allure dark, rigoroso, in cui il nero si fonde con il viola, il rosso e il blu per creare effetti cromatici ed ottici; si aggiungono fantasie animalier e floreali su abiti e completi di moiré gommato, nappa, seta tech e cashmere. Tuttavia, la formula non convince. Non è tutto da buttare, alcuni pezzi sono interessanti, ma nel complesso la collezione non entusiasma. Peccato.
Saunders presenta una collezione d'ispirazione retrò, fatta di stampe optical e floreali, completi maschili, gonne al ginocchio e cocktail dress. Ciò che fa la differenza sono i materiali: seta ruvida, taffetà, satin, cotone, lavorati per creare effetti tridimensionali e matelassè. Ruolo importante anche per i colori: verde bottiglia, rosso, carta da zucchero, verde acido e azzurro sono le tinte principali che donano alla collezione forte impatto ed identità. Non è da bocciare, ma arriva solo alla sufficienza.
Da citare anche la stilista Mary Katrantzou. La scorsa stagione avevo stroncato senza pietà la sua collezione, che riproponeva un uso smodato delle stampe che l'hanno resa nota su abiti elementari e privi di spessore sartoriale; per questo autunno/inverno invece ha dato prova di savoir-faire e doti creative, prestando più attenzione alla struttura dei capi, senza basare l'intera collezione solo sulle stampe digitali, che comunque restano il marchio di fabbrica per la stilista. La collezione non mi ha esaltata, ma sicuramente meglio della precedente. 
Ed eccoci arrivati alle collezioni che ho più apprezzato di questa fashion week londinese:

Acne 

Antonio Berardi

J. W. Anderson

John Rocha

Simone Rocha
Trovo che siano delle collezioni davvero di tendenza, attuali, adatte soprattutto ad un target giovane; un occhio di riguardo per i materiali, sporty, tech e leather in primis. 
Ho apprezzato molto anche i long dress in chiffon di Marios Schwab:

Grafismi in contrasto decorano gli abiti, dando alla luce giochi di trasparenze ed effetti body painting. Bellissimi.


C.

sabato 25 febbraio 2012

Cose che non vi interessano affatto.


Ma di cui vi voglio parlare, perché: 

- devo distrarmi per non pensare cose molto brutte ( perché dormire quando posso pensar male ).
- sono sola in casa, di sabato sera, senza tv senza streaming senza libro da leggere senza tutto.
- devo distrarmi dal pensare (male) all'ennesimo caso umano che si è imbattuto nella mia vita (certa gente non la capirò mai. E con "certa gente" dico "uomini").
- non scrivo un post da mercoledì.
- ieri è stata una giornata interessante.

E con l'ultimo punto arriviamo al tema centrale di stasera. 
Ebbene, ieri 24 Febbraio mi sono recata a Roma presso la sede di Eidos Communication per sostenere la seconda ed ultima fase del concorso per vincere una borsa di studio per un master in Comunicazione e Giornalismo di Moda + stage. Vi avevo tenuti all'oscuro di tutto, ma potete avere delucidazioni leggendo qui; per partecipare al concorso bastava inviare entro il 14 Febbraio il proprio CV con foto + email motivazionale. 
Visto che sono alla disperata ricerca di uno stage o di uno sbocco in ambito moda, e che sono in mood "inviamo CV random" (l'ho inviato anche a Vice per la seconda volta. Cani, un giorno vi pentirete di avermi ignorata!), non ho perso tempo e ho spedito subito la mia partecipazione (ringrazio Mea per la segnalazione, grazie grazie).

Chi l'avrebbe mai detto: sono stata selezionata per accedere alla fase successiva, ovvero prova scritta + colloquio. La prova scritta consisteva in: cultura generale, cultura e vocaboli di moda, elaborazione di un testo giornalistico, conoscenza lingua straniera, più una parte a risposte aperte sulle proprie conoscenze in ambito giornalistico e sulle proprie opinioni in fatto di moda (tutto questo in UN'ORA E MEZZA). Mi sembrava un sogno dover sostenere un esame rispondendo a domande tipo "chi è Elsa Schiaparelli?", "cos'è il fustagno?", "cos'è l'organza?", "chi è Franca Sozzani?", e ancora "unisci ogni maison di moda al proprio direttore creativo", "quali sono i tuoi stilisti preferiti?", "quali sono le tue fonti d'ispirazione per lo stile?", ecc.. CHE BELLEZZA. 
Il colloquio invece, fonte di preoccupazioni, è andato a gonfie vele, emotivamente parlando intendo: già mi vedevo in preda ad attacchi di ansia, balbettio, mani sudate, conati di vomito, ed invece calma piatta, ero serena, rilassata e sicura di me. Bene, comunque vada è stato un successo, o almeno una piccola soddisfazione personale. Ammetto di essermi sentita un pesce fuor d'acqua in quella situazione, perché le altre ragazze selezionate avevano alle spalle esperienze formative/lavorative di un certo rilievo (stage da Valentino, stage da Monclear a New York, Diploma allo Ied, ecc..), mentre la sottoscritta non ha nulla di tutto questo nelle mani. Ho passato tutto il tempo a domandarmi "perché diavolo sono qui? Perché mi hanno scelta?". MISTERI. Comunque, verrò contattata mercoledì per sapere se ho vinto oppure no la borsa di studio. Vi farò sapere.
Da non tralasciare il fatto che per me è stata la prima volta che toccavo suolo romano: finalmente, a 24 anni suonati, sono andata nella capitale (zan- zaa!). Una volta uscita dalla sede di Eidos ho girovagato senza meta per tutta Roma, perdendomi solo una miriade di volte, poi, capito in quale parte del mondo mi trovavo, ho iniziato il mio mini tour da brava turista: fontana di Trevi (bella, peccato troppi turisti, troppi souvenirs e troppi gladiatori con le Nike), Piazza di Spagna e Chiesa Trinità dei Monti, via del Corso, via Nazionale, il Pantheon, piazza Venezia, viale dei Fori Imperiali fino ad arrivare al Colosseo. Purtroppo ho avuto poco tempo per vedere altro e per lo stesso motivo non ho potuto fare ricerche su qualche negoziato interessante, ahimè. Sono entrata solo da Zara (senza musica assordante, strano), dove ho trovato le scarpe che volevo ma che a Bologna non sono (ancora?) arrivate, ovvero queste e queste, e da H&M, che mi ha piacevolmente colpito con capi che non avevo visto (ma perché a Bologna certe cose non arrivano?), tipo chiodo oversize di pelle lucida effetto shining, colori pastello e fluo, camicie sheer, parka, maglie effetto pelle, capispalla a doppio tessuto, ecc.. A proposito, siete pronte per la collezione di Marni per H&M? Io ho già adocchiato il mio desiderio: queste scarpe
La vita notturna è stata un po' deludente, perché non abbiamo "azzeccato la serata giusta", come diceva il mio amico che mi ha gentilmente ospitato in questi due ultimi giorni. Prima sera: concerto organizzato da e per supportare Il Mucchio, rivista musicale italiana... sold out. Ci siamo consolati con un drink in un pub. Seconda serata: compleanno del Kino (cinema indipendente romano) presso l'Animal Social Club... situazione fiacca. Il posto era anche figo e la musica carina, ma la gente era una palla al piede: radical chic noiosi, milf tamarre, rimastoni degli anni '80, vecchi-giovani e giovani-vecchi, tutti rigorosamente over 35. 
Peccato, sarà per la prossima volta.

PIJAMOSE ROMA! 


E dopo questa pezza di parole inutili personali vi do la buona notte. Adieu. 


C.

venerdì 24 febbraio 2012

Banner nuovo, vita nuova!

Ieri sera proprio non riuscivo a dormire [sarà per la mega abbuffata che ho fatto al ristorante cinese,dannata dieta, appena ceno fuori mi comporto come un lupo affamato!]e alla fine ho deciso di dare una bella sistemata al banner...

che ne pensate??vi piace?

Buon weekend Girlsss :)

M.

mercoledì 22 febbraio 2012

NEW YORK FASHION WEEK F/W 2012-13

SBAAM! E anche questa volta son partite le Fashion Weeks. Ah che emozione, per me l'arrivo delle sfilate è un momento quasi sacro, un rito da consumare con calma, da gustare fino all'ultimo dettaglio, esaminando e riguardando ogni uscita, e preferibilmente in totale solitudine. Ecco perché durante le settimane della moda sono inchiodata davanti al pc e ciao mondo! Darei un rene per partecipare ad uno show (ormai frase che mi ripeto sempre), mi accontento di poco, Desigual, Baci&Abbracci, Frankie Morello vanno benone (schifo) pur di iniziare da qualche parte. Lagrime. Bando al sentimentalismo e andiamo al fulcro pulsante di questo post: la New York Fashion Week fall/winter 2012-13.
Devo riconoscere che con gli anni ho imparato ad apprezzare gli show proposti durante questa settimana, che oggi ritengo sempre più interessanti, stimolanti e vetrina di ottimi designers di talento. Inoltre, resto sempre affascinata dall'atmosfera così urban chic, elegante e contemporanea che caratterizza le sfilate della settimana newyorchese.
Ecco la mia lista dei migliori show.


3.1 Phillip Lim



Stile sofisticato metropolitano perfetto per un'eleganza newyorchese. Degni di nota: gli accessori, soprattutto cinture e colletti in plastica opaca o lucida.


Alexander Wang



Militarismo contemporaneo per una donna decisa: è il mood che presenta Wang, per una collezione (sempre) di tendenza. Bella l'idea del tessuto retato che copre(non copre) la bocca.
Calvin Klein 



Lezione di minimalismo come solo Calvin Klein ci sa dare: linee pulite, forme essenziali e palette monocromatica. Belle le acconciature e il make-up, in linea perfetta con la collezione. Adoro le cinture e le scarpe.


Helmut Lang 



Giovane, trendy e vagamente "aggressiva", tutto dosato al millimetro e in armonia impeccabile.


Proenza Schouler 



Al primo colpo d'occhio ciò che colpisce è il mix&match di pattern tipici del brand su capi-armatura dai richiami asiatici. Una collezione forte, giocata sulle proporzioni e le lunghezze, sui i contrasti e le asimmetrie, il tutto avvolto da un'atmosfera orientaleggiante.
The Row



Dalla collezione fall/winter 2011 le gemelline Olsen hanno ufficialmente conquistato il mio cuore. Una linea sofisticata, senza fronzoli, attenta alla cura del dettaglio e alla scelta dei materiali, sempre ricercati, e questa collezione rispecchia perfettamente lo stile del brand. Ancora un punto a favore di The Row, ancora un passo verso la sua definitiva affermazione. 

Altre sfilate da citare: Cushnie et Ochs, Derek Lam, Rad Hourani, Preen, Alexandre Herchcovitch, BCBG Max Azria. Purtoppo non posso dire altrettanto di Altuzarra e Rodarte: grande delusione, grandissima. 
I trend che per adesso ho visto andare per la maggiore sono: gli inserti in pelliccia (soprattutto sui capispalla), ampio uso di pelle, effetto shining e gambe in evidenza con profondi spacchi. 
I commenti sulla London Fashion Week li lascio per il prossimo post, ma intanto vi posso dire che sono davvero pochi gli show che mi hanno esaltata, ahimè. 

C.
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