lunedì 5 novembre 2012

COS A BOLOGNA: IL MIO DRAMMA PERSONALE.


Per chi non lo sapesse COS (Collection of Style) è figlio del grande colosso dell'abbigliamento low cost H&M, ma fortunatamente si distanzia alla grande dallo stile del padre. Pur indirizzandosi a un target giovane e attento ad un certo gusto estetico, maschile e femminile, come fa ormai da anni il buon vecchio svedese della moda a basso costo, con il nuovo brand si assiste a un deciso cambio stilistico e di immagine. 
COS si colloca qualche gradino più in alto rispetto alle normali catene d'abbigliamento che piacciono tanto a noi ggiòvani modaioli e, addirittura, rispetto a H&M stesso. Se pensate che si tratti dell'ennesimo store per indie senza troppa fantasia vi sbagliate, o almeno per adesso: il suo punto di forza è la qualità a costi (più o meno) ragionevoli. L'accortezza per i materiali selezionati e la ricerca di un design innovativo e squisitamente minimal innalzano questa now best thing dalla massa sovraffollata di catene d'abbigliamento. 




Avete letto bene, ho scritto Minimal. Perdonatemi, sono consapevole del fatto che un post si e l'altro pure tiro fuori questa menata del minimalismo docet, ma è più forte di me, è un amore viscerale che non riesco a trattene nelle quattro mura della mia testa e visto che sto parlando di COS mi sembra doveroso e più che azzeccato spremere fino all'ultima goccia questo concetto. Perché è di questo che si tratta: silhouette ridotte al minimo sostanziale, linee pulite ed eleganti, forme essenziali che strizzano l'occhio al fascino delle geometrie, tutto rigorosamente dosato e proporzionato nel dettaglio. Perfino la palette delle collezioni si mantiene su toni neutri e opachi, onnipresenti il bianco e il nero, e qualche sprazzo di colori acidi e liquidi (lime, acquamarina, verde smeraldo); rari i pattern, presenti soprattutto nelle fantasie tartan e a righe. Anche gli accessori e la linea underwear sottostanno ai canoni estetici di COS, unica eccezione per le collezioni kids, ma questo è più che giusto! 
Come succede spesso per i brand che puntano tutto su una certa pulizia sartoriale, il minimalismo che li contraddistingue diventa il valore primo su cui basare l'intera identità del marchio, riuscendo tuttavia a creare capi ben lontani dall'essere monotoni e banali, anzi. E così anche COS, che con il suo candore estetico ha dato alla luce uno status stilistico di forte tendenza e attuale. 

Capite bene quindi il mio disagio. 
Avere sotto casa un COS e non poterlo sfruttare a dovere. Passare tutti i giorni davanti alle sue vetrine, poter entrare nel negozio e deambulare in estasi tra i suo espositori senza poter acquistare niente di niente (per adesso, spero). Quando sono entrata per la prima volta in uno store COS ero a Londra e appena varcata la soglia per uscire ho ripetuto compulsivamente a me stessa occhio non vede cuore non duole occhio non vede cuore non duole occhio non vede cuore non duole occhi..
Destino infame, ancora tu.
Si parla di "prezzi democratici", ma la verità è che ci troviamo di fronte a una spesa medio-alta, dove il costo minore è di circa 20/25 euro per un mini anello basic. Questo è il prezzo da pagare per un prodotto di qualità e la scelta del prezzario è più che coerente all'immagine dell'azienda. Quindi niente da contestare, non dimentichiamoci che si tratta di un brand di lusso, ma visto che vi voglio bene ho voluto avvertirvi prima di illudervi di trovare un secondo H&M a costi ridotti. 
COS TI PREGO NON CAMBIARE MAI. 

Dunque venerdì 2 Novembre c'è stata l'inaugurazione del negozio (che si trova in via Farini) e quindi l'inizio dei miei drammi. Ma poteva la sottoscritta uscire dal negozio senza un ricordino? Ovviamente no. Dopo aver approfittato dei biscottini e dei succhini di frutta gentilmente offerti dal negozio, prima di abbandonare la nave mi sono accaparrata il magazine free press di COS (come mio solito). 
News moda, arte, design dal resto del mondo.

Interviste interessanti, ad esempio questa ai fotografi Inez&Vinoodh

Editorial in perfetto stile COS 

Intervista al duo Elmgreen e Dragset, artisti nordeuropei . 

Anche i magazine fanno bene 'sti svedesi. 
Ovviamente ho già provato a farmi assumere come commessa (visto che sono da mesi alla ricerca di un lavoro), ma per il momento non cercano questo tipo di personale. Maledetti. Poco male, già incombo sul sito 24h su 24 in attesa di disponibilità per un posto di umile commessa COS. 


Conclusione: visto che tra pochissimo è Natale e poco dopo il mio compleanno (undicigennaioundicigennaioundic..), se volete farmi felice e non sapete come fare potete semplicemente mettere la testa qua dentro e comprarmi una qualunque cosa a caso, anche uno slip color carne eh. Così, se proprio avete tempo da perdere e soldi da sperperare per una giusta causa, ovvero la sottoscritta. 

Non sono forse una giusta causa? 


Cecilia 

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