venerdì 27 marzo 2015

LVMH YOUNG FASHION DESIGNER PRIZE 2015: La Finale



È un progetto di scouting che vede in gara i più promettenti, giovani talenti del momento. Si va avanti mettendo in mostra le proprie doti, le proprie qualità e, soprattutto, la propria personalità. È una lotta all'ultimo colpo di bravura, che, come da manuale, prevede delle feroci eliminazioni: da oltre mille candidati sono stati selezionati solo 26 semifinalisti, ma solo 8 di loro sono passati alla fase finale del concorso. 

Di cosa sto parlando? Del X Factor della Moda: il LVMH Young Fashion Designer Prize 2015, un progetto di talent scouting che seleziona e premia il più meritevole fashion designer under 40 del momento. 


Giunto alla sua seconda edizione – la prima vinta dal canadese Thomas Tait –, il LVMH Prize è organizzato da Delphine Arnault e ha come giuria i nove nomi più altisonanti del fashionz mondiale, nonché direttori creativi del gruppo LVMH: Nicolas Gherquière, Marc Jacobs, Raf Simons, Karl Lagerfeld, Phoebe Philo, Humberto Leon e Carol Lim. 

Chi sarà incoronato The Best Young Fashion Designer 2015? Ma, soprattutto, chi vincerà il premio di 300.000 euro messo in palio dal concorso? Lo scopriremo solo a Maggio. 
Intanto scopriamo gli otto finalisti e perché uno di loro dovrebbe meritarsi la vittoria.


CHI VINCERÀ IL LVMH PRIZE 2015? 



ARTHUR ARBESSER

Ve lo ricordate? Vi avevo accennato di lui qui, senza nascondere il mio grande amore per lui – leggete tra le righe: tifo per lui. Stilista austriaco, milanese d'adozione, che da qualche anno ha iniziato a farsi conosce e apprezzare nel settore. E aggiungo: non ne avevo dubbi. Perché è impossibile restare impassibili davanti al suo rigore sartoriale, alla pulizia dei tagli, delle linee, di fronte alla sapiente scelta dei materiali che, inaspettatamente, manifestano un'anima estrosa e fresca. E la sua collezione FW15-16 ne è la prova.






COPERNI FEMME

Durante il mio ultimo soggiorno a Milano per la Fashion Week, tra un selfie in un camerino e una presentazione troppo moda dove mi sono sbronzata, ho avuto anche l'occasione di vedere dal vivo gli abiti firmati Coperni Femme – se avete la memoria corta potete leggere qui. Conclusione: colpo di fulmine. Il marchio parigino, fondato nel 2013 da Sebastien Meyer e Arnaud Vaillant, è tutto ciò che una giovane ragazza metropolitana con un raffinato gusto per la moda possa desiderare. Basta guardare la loro collezione FW15-16 e immediatamente avrete voglia di andare alla Coop vestita così. Provare per credere.






CRAIG GREEN

Alzo le mani in segno di resa e ammetto le mie colpe: non conoscevo Craig Green prima di adesso. Ma fortuna che non si smette mai di imparare. Nuovo talento emergente della moda inglese, Green si occupa di menswear e lo fa con tutte le carte in regola. La collezione FW15-16 si basa sull'idea delle uniformi: lo stilista ha vestito i suoi uomini con tute dal richiamo militare, li ha equipaggiati di cinghie e imbottiture, e li ha lanciati ad affrontare la guerra quotidiana delle strade.







FAUSTINE STEINMETZ

Faccio penitenza ancora una volta, perché scopro questo nome solo adesso – dieci frustate sulla schiena e dieci letture del Vangelo secondo Anna Piaggi. Ci siamo incontrate tardi, alla fine ci siamo trovate: dire che mi fa impazzire è poco. Da dove iniziare? Allora per essere brevi Faustine Steinmetz esplora e sperimenta la lavorazione del denim, tutti i suoi lavori sono rigorosamente realizzati a mani attraverso meticolosi processi. Ma non basta: per la collezione FW15-16 la stilista inglese fa un passo avanti, aggiungendo delle stampe realizzate con Photoshop dall'effetto molto, molto, molto particolare.







JACQUEMUS 

Non ha bisogno di presentazioni l'enfant prodige parigino che ci fa sognare con i suoi abiti surreali e le sue atmosfere da Nouvelle Vague. Simone Porte Jacquemus trasforma la sfilata in uno spettacolo onirico – e maisonmartinmargielano? –, un sogno un po' infantile che ci porta a giocare con dettagli surreali, volti che sembrano disegnati da Picasso e proporzioni sballate con in un dipinto futurista. 








Un altro nome che non ha bisogno di presentazioni. Marta Marques e Paulo Almeida sono ormai noti, e apprezzati, per la loro particolare realizzazione, anzi distruzione di capi: sovrapposizioni, abiti destrutturati e trattati al punto di dare una nuova, esclusiva forma ai loro pezzi. Il risultato è un trash-concettuale diventato subito di tendenza. E che ci piace molto.






Personalmente è il brand su cui meno punterei per la vittoria. Opinione personale, ma nonostante una palette di colori che fa sussultare il mio cuore, nonostante i capi dal taglio accattivante e di tendenza, nonostante l'indiscussa bravura nella sperimentazione con i materiali e così via… tra gli otto finalisti, il marchio di Virgil Abloh è quello che meno mi fa urlare di estasi. Niente di personale, Virgil.





VETEMENTS 

Il marchio parigino di Demna Gvasalia ha conquistato tutti noi ormai. Perché? Chi lo sa, forse colpa dei suoi accostamenti assurdi di tessuti, stampe e capi, oppure colpa del fascino androgino che pervade la collezione FW15-16, o forse colpa di quello stile underground del tipo "me ne frega un cazzo di come mi vesto" che risulta essere sempre molto figo, o forse perché riflette l'immaginario di una gioventù di periferia, con i suoi privati dress code. Che, questo lo sappiamo bene, suscita sempre un certo fascino su di noi. 






Avete scelto il vostro Lorenzo Fragola della moda?




Cecilia

Nessun commento:

Posta un commento

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...