Come nel film Groundhog Day, in cui un povero malcapitato, infelice e arrogante Bill Murray si svegliava ogni mattina rivivendo lo stesso, orrendo giorno – per la precisione, il 2 Febbraio –, così anche noi sembriamo intrappolati nella solita routine temporale, ma non di sole ventiquattro ore, bensì di un intero anno.
Ci svegliamo, è Inverno, ci lamentiamo delle prime pellicce e delle Dr. Martens, delle caviglie scoperte a -5 gradi sotto lo zero e dei beanie fluo. Arriva la Primavera, ci svegliamo e ci lamentiamo delle calze color carne e dei sandali con i calzini bianchi. È il turno dell'Estate, ci svegliamo e ci lamentiamo della gente che puzza, degli slip bianchi e delle ciabatte infradito che mostrano le dita dei piedi che vi fanno tanto schifo. Le ultime cartucce contro il trend di stagione – puntualmente disprezzato, ma ampiamente adottato – e poi passiamo all'Autunno: ci svegliamo e ci lamentiamo del ritorno delle calze color carne, del beige e del lookbook di Zara che irrompe – e rompe – in ogni blogger esistente sulla faccia della Terra e oltre. Ed è di nuovo Inverno e così via.
[SPOILER] A differenza di Bill Murray, noi non riusciremo mai a interrompere il susseguirsi ciclico degli eventi, non troveremo mai la serenità e la pace interiore. Mai.
Che fare allora?
Disperarsi e lamentarsi, ma magari provare anche a migliorarsi.
Non troppo, per carità, che poi mi diventate tutti fighi e fashion blogger, e io mi ritrovo senza un lavorahahahah.
Un passo alla volta. Iniziamo dall'Estate, la stagione più difficile e disgraziata per i nostri armadi. Perché è caldo e sudiamo, vorremmo uscire di casa nudi come mamma ci ha fatti e invece finiamo per indossare insulsi abiti in cotone elasticizzato, con fantasie floreali di dubbio gusto perché non sempre una rosa rossa fa Dolce&Gabbana, ricordatevelo.