mercoledì 19 dicembre 2012

DIN DON COMUNICAZIONE DI SERVIZIO

Carissimi, siamo qui riuniti perché devo darvi un'importante notizia. 
Vi informo che da oggi mercoledì 19 Dicembre 2012 il blog Oohlala sarà gestito unicamente da me, medesima, Cecilia.

E MO' SO CAZZI VOSTRI.


Immagine di archivio. Ero giovane e piena di energia, uscivo, facevo cose, vedevo gente e mi ubriacavo tanto.  

Non abbiate paura, continuerò ad allietare le vostre grigie vite con le mie solite boiate pseudo-serie, pseudo-moda, andrò avanti a testa alta nello spietato mondo della blogosfera a suon di cazzate anti-uomini, aneddoti imbarazzanti della mia vita poco interessante, qualche consiglio musicale (che non guasta mai per darsi un tono) e le solite opinioni non richieste su stile, tendenze e così via.

Qualche cambiamento importante: come molti (spero) di voi ben sanno, questo blog è nato come spazio di vendita di abiti usati di tre amiche, la sottoscritta e le mie BFF M. e V., che appunto oggi hanno deciso di lasciarmi la loro "quota" del blog. Purtroppo io non mi occuperò più della vendita di abiti, mi spiace. Forse fra dieci anni mi incontrerete a qualche mercatino dell'usato circondata da gatti a vendere i miei abiti di H&M oppure allestirò un banchetto di cianfrusaglie in Montagnola insieme a Jonny Il Pompiere. Chissà, un giorno. Per il momento, è certo che su questo blog non venderò più abiti. Ma non temete, tutti i capi che sono ancora in vendita ( spulciate qui ) potete ancora acquistarli con la solita modalità, ovvero scrivendo un'email a ooh-lala@hotmail.it . 
Inoltre l'account eBay, se pur svincolato dal blog, resterà attivo e a breve metteremo altri pezzi in vendita. Dovete solo avere un po' di pazienza!

Il resto è invariato. Quindi potete seguire i miei pensieri deliranti su Twitter e possiamo diventare super amici su Facebook . Poi non vi lamentate se vi intaso la vita con stronzate che non fanno ridere manco la Hunziker, mi avete cercata voi. 

Propositi per l'anno nuovo: cercherò, giuro mi metto d'impegno, di postare il più possibile e realizzando sempre materiale "di qualità". Ovviamente questo dipende dal punto di vista e visto che qui detto legge io vi beccherete quello che passa il convento. Scherzi a parte, sono sempre felice di rispondere alle vostre domande, quindi ogni richiesta, consiglio, critica (cazzo si, anch'io voglio i commenti cattivi gratuiti) eccetera è ben voluto! E non dite che non sapete dove contattarmi, perché ormai vi manca solo il mio numero di cellulare per essere al pari di mia mamma sugli aggiornamenti della mia vita. Anzi, forse sapete più cose voi di lei.

Che altro dire, ringrazio le mie BFF che mi hanno lasciato carta bianca in questo progetto, a cui tengo davvero molto, e porterò alto il nome di Oohlala anche per loro. 

Dunque, miei cari lettori, fate suonare le campane, liberate le colombe, spargete il verbo e portate la buona novella in ogni dove! 


Cecilia. 

giovedì 6 dicembre 2012

CONSIGLI PER VESTIRSI DI MERDA.


Guardiamoci allo specchio e ammettiamolo a noi stessi: facciamo davvero i salti mortali per essere fighi. E dico fighi non a caso, perché voglio coinvolgere anche voi maschietti filo-metrosexual. 

Creme, cremine, scarpe, scarpette, ballerine, rossetti, minigonne, maxigonne, zeppe, push-up, eccetera. E ancora: andare in palestra, pompare i muscoli, appiattire la pancia, prova costume, stare al passo con la moda, spendere uno stipendio da H&M, comprare cappelli inutili, calzini per il fidanzato, vestirsi come la nonna, maglioni natalizi e così via. Personalmente penso che un buon 70% del nostro tempo lo spendiamo nella costante e spesso estenuante corsa all'Essere Fighi
Non temete, non voglio mettermi su un piedistallo per guardarvi dall'alto e per giudicare i vostri vani tentativi di apparire delle bombe da red carpet del quartiere Mazzini. No, anch'io sono nella merda fino al collo, come tutti voi, se non peggio. 
Io sono quella che passa le ore davanti al proprio armadio per decidere cosa mettere per andare al Conad sotto casa, ripetendo sottovoce non ho niente non ho niente non ho niente. Io sono quella che piange davanti alle modelle super fighe perché vorrebbe tutti i loro abiti e le loro gambe. Io sono quella che si rovina la vita spulciando ogni dannato blog e maledicendo il destino per non essere nata ricca e in Svezia. Io sono quella che si sente sempre un brutto anatroccolo circondato da cigni bellissimi con vestiti perfetti e scarpe giuste. E infine, io sono quella che quando il tipo desiderato non se la fila dà la colpa a se stessa, perché è colpa dei miei capelli insulsi, è colpa della gonna troppo lunga, quella troiavacca è più figa di me e tante altre belle cose. Insomma, anch'io partecipo alla maratona Figa a Tutti i Costi. 

Oggi sono qui per dire basta. Stop. Fermatevi e respirate. Ogni tanto anche noi maniache del guardaroba perfetto dobbiamo fare una pausa e io sono qui per aiutarvi. 
La risposta al nostro stress da prestazione è: VESTIRSI DI MERDA. 
Qualche volta può essere piacevole provare l'ebbrezza di cadere (volutamente) in errore, senza prestare troppa attenzione alle regole di Enzo Miccio, oppure trascurando i must have della moda o, meglio, indossandoli tutti contemporaneamente! Eh basta l'ansia da outfit impeccabile e la frenesia di avere un armadio sempre alla moda e della moda giusta.
Ovviamente vestirsi di merda non è così semplice come sembra. Si tratta di una raffinata e ben studiata pratica, a dir poco affascinante, che in pochi riesco a realizzare con successo. Dovete capire che vestirsi di merda è un'arte: se vi lasciate andare completamente passate da barboni/sfigati e non verrete minimamente presi in considerazione, scivolando nel Limbo dei Qualunque, invece dovete selezionare con cura i trend che fanno merda, assicurandovi una certa visibilità.
Procediamo con la lezione e vi sarà tutto più chiaro.


sabato 24 novembre 2012

Cosmopolitan è una rivista soft porno.

(pagine attaccate alla parete del bagno di casa)

Non sono una lettrice di Cosmopolitan. Anzi, sempre denigrato e guardato con un certo disgusto. Tuttavia, ho dovuto rimangiarmi tutto e ricredermi: Cosmopolitan non è tutto da buttare. O meglio, si è da buttare, ma se andate oltre l'apparenza, oltre la grafica orrenda, gli articoli di moda scadenti e i consigli per diventare la super donna del futuro, scoprirete un'inaspettata e piacevole nuova chiave di lettura della rivista. 
La verità che si cela tra le sue pagine è che Cosmopolitan è una rivista soft porno, camuffata, nemmeno troppo bene, da magazine femminile per giovani ragazze inesperte della vita. 
Ma procediamo per gradi.


lunedì 19 novembre 2012

Vi ho mai parlato di Frizzifrizzi?


No. Ma rimedio subito.

Sul proprio profilo Twitter Frizzifrizzi, sito bolognese di larghe vedute, si autodefinisce "fondamentalmente un magazine online pop". Si tratta di una descrizione esaustiva nella sua semplicità, ma potrei mai limitarmi a riportare pari pari una mini-bio copiata dal web? Sapete già la risposta. 

Ci tengo moltissimo a parlarvi di Frizzifrizzi per alcuni motivi: 1) si tratta di un progetto valido e davvero interessante, intelligente e dinamico, una finestra, anzi un'intera vetrina spalancata sul variegato mondo creativo che ci circonda; 2) ci scrivo io, ma questo è un dettaglio secondario. 
Dal 2007 Frizzifrizzi offre ai suoi lettori una ricca panoramica su tutto ciò che riguarda design, moda e cibo, con un approccio singolare, lontano dai triti modelli che abbondano su Internet. Forte di una propria consolidata identità ed etica, Frizzifrizzi dà voce ai nuovi talenti emergenti, soprattuto made in Italy, ai progetti editoriali che nascono nella penombra e iniziative indipendenti. Come se non bastasse, si spazia anche nel cinema, nella letteratura e perfino nel cibo, con tantissime ricette e consigli per ogni palato. E ancora reportage, interviste, fumetti e segnalazioni degli eventi che popolano le vostre città.
Addentratevi allora nelle interviste culinarie di 1pm o in quelle surreali fatte a fotografi e illustratori di 7am; tenetevi aggiornati sui più disparati eventi che potete trovare sotto casa controllando Save the Date

Ho avuto anche il piacere di conoscere personalmente le menti dietro a Frizzifrizzi, ovvero i coniugi Ethel J. Margutti e Simone Sbarbati (me ne manca una, ma rimedierò), nonché altre "penne" che collaborano al magazine. Tutte persone splendide e delle "gran teste", mi hanno accolto tra loro come pochi hanno fatto. 

Per quanto mi riguarda, ho scoperto Frizzifrizzi poco più di un anno fa. E' stata una ventata d'aria fresca alle mie letture quotidiane! Dopo mesi di tacita adorazione e costante lettura, lo scorso ottobre sono diventata contributor per questo magazine online. Potete leggere qui gli articoli che ho scritto fino a questo momento, inclusi il mio tanto amato debutto con il progetto Rumorama che mi sta molto a cuore e che vi consiglio di tenere d'occhio, e il mio resoconto della preview stampa di Maison Martin Margiela x H&M , primissima esperienza per la sottoscritta a un evento di questo tipo. Ah, non vi avevo aggiornati? Bèh, leggete e saprete tutto! 

Frizzifrizzi.it


Cecilia

martedì 13 novembre 2012

Seapunk: è stato bello, ma facciamo basta.


Ieri è uscito l'ultimo singolo di Azealia Banks. Se proprio siete fuori dal mondo e ancora non sapete chi sia questa soave fanciulla (vedi foto sotto), potete illuminarvi sull'argomento leggendo qui.

Il video ufficiale che ha accompagnato il brano estratto dal mixtape "Fantasea" ha scatenato, come sempre, un gran chiacchiericcio sul web, ma a questo giro la povera Azealia si è beccata soprattutto dei gran no. Almeno da me e da tutta la gente che rientra nel mio raggio d'azione Facebook-Twitter-Blog. 

Il motivo del disprezzo di molti è lo stile predominante e ostentato del sito: seapunk
Questa parola forse vi sembrerà nuova, ma appena vedrete il video accusato capirete di cosa sto parlando.


Se ancora questa parola non vi dice niente fatevi un giro su un qualunque Tumblr a caso o andate a una serata al Plastic il venerdì, ma potrebbe bastare anche uno studio generale degli ultimi flyer degli eventi. Se non avete voglia di fare nessuna di queste cose, proverò ancora una volta a illuminarvi. 


mercoledì 7 novembre 2012

EMMEMMEMME X EICENDEMM


DITE UN PO' COSA VI PARE MA A ME LA COLLEZIONE PIACE. 
E NEMMENO POCO. 

Non sono qui per tediarvi con l'ennesimo post informativo e/o di elogio sulla prossima, ormai alle porte, capsule collection di H&M. No, non lo farò. Anzi non voglio nemmeno ripetere il nome del brand, tanto ormai lo sapete tutti, perfino mia madre che ne era all'oscuro fino a un mese fa. 
E lungi da me intavolare uno sproloquio anti-H&M, anti-"voi-sapete-chi", anti-sistema-della-moda, denunciando la commercializzazione di questa casa di moda, che sembrava una delle poche a mantenere ancora una propria etica, una propria identità integra e lontana da certi meschini meccanismi di vendita e bla bla bla..
E invece no. Sveglia gente! Mica siam qui a pettinar le bambole! In che mondo vivete? Ovvio che anche i brand all'apparenza più "alternativi" in realtà rispondono a determinate e complicate dinamiche finanziarie, economiche e di marketing, perché, che lo vogliate o no, dietro a un vestito non ci sono solo le sartine che tagliano e cuciono, ma ci sono pezzi grossi in completi grigi assetati di soldi e potere. E anche chi-sapete-voi non fa eccezione. 
Vogliamo fargliene una colpa? non credo. 
Vogliamo combattere il sistema della moda qui adesso? Magari domani.
Il punto è che la storia è questa, il mondo gira così e anche chi-sapete-voi ha dovuto adeguarsi ai tempi.
I puristi della moda pensano che voi-sapete-chi ha venduto l'anima al diavolo dell'abbigliamento e vedono i loro sacri valori minacciati da orde di ragazzette UGG-munite che potranno sfogare capi del tale Margiela, magari accostati a quelli dell'Annona Nazionale. Ok, non hanno tutti i torti, forse la me di qualche anno fa sposerebbe la causa e lotterebbe fino alla nausea (altrui) per opporsi a questa mercificazione estetica. 
Ma sapete che vi dico? CHI SE NE FREGA. 
La vita è troppo breve per farsi le pippe mentali anche sullo shopping. Vediamo il lato positivo: finalmente anche noi comuni mortali possiamo comprare e vantare un capo firmato voi-sapete-chi. Il 50% di noi non si può normalmente permettere acquisti da capogiro, quindi tanto vale ingoiare il rospo e concedersi un bel pezzo d'abbigliamento! Che altrimenti brameremo fino alla fine dei nostri giorni. 
Quindi io dico SI.


lunedì 5 novembre 2012

COS A BOLOGNA: IL MIO DRAMMA PERSONALE.


Per chi non lo sapesse COS (Collection of Style) è figlio del grande colosso dell'abbigliamento low cost H&M, ma fortunatamente si distanzia alla grande dallo stile del padre. Pur indirizzandosi a un target giovane e attento ad un certo gusto estetico, maschile e femminile, come fa ormai da anni il buon vecchio svedese della moda a basso costo, con il nuovo brand si assiste a un deciso cambio stilistico e di immagine. 
COS si colloca qualche gradino più in alto rispetto alle normali catene d'abbigliamento che piacciono tanto a noi ggiòvani modaioli e, addirittura, rispetto a H&M stesso. Se pensate che si tratti dell'ennesimo store per indie senza troppa fantasia vi sbagliate, o almeno per adesso: il suo punto di forza è la qualità a costi (più o meno) ragionevoli. L'accortezza per i materiali selezionati e la ricerca di un design innovativo e squisitamente minimal innalzano questa now best thing dalla massa sovraffollata di catene d'abbigliamento. 


venerdì 2 novembre 2012

ELLIPTICAL PATH | COVHERlab SS2013


Mea culpa, mea maxima culpa. In tutto questo tempo non vi ho mai parlato di COVHERlab di Marco Grisolia. Inutile perdere tempo con troppi giri di parole: io adoro questo brand. E quale occasione migliore di presentarvelo se non in occasione dell'ultima collezione spring/summer 2013?

COVHERlab non è semplicemente abbigliamento, ma molto di più: è moda concettuale, è arte estetica. Non a caso, l'immagine del brand è fortemente caratterizzato da richiami artistici e connotazioni di matrice ambientale, nel senso più ambio del termine. 
L'ultima collezione infatti cita "le plastiche acriliche di Craig Kauffman, le sculture di De Wain Valentine e le sperimentazioni di luce colorata di De Keith Sonnier".

Linee pulite e forme geometriche determinano questa collezione, tuttavia sdrammatizzata da uno stile Eighties e da un mood spensierato e fresco. Sovrapposizioni e strutture architettoniche contribuiscono a valorizzare i punti chiave della silhouette femminile, ovvero: la vita, segnata da strette cinture e da pezzi high waist, e le gambe messe in risalto da minidress e dai lunghi pantaloni dal taglio maschile, che pur coprendo riescono a metterle in primo piano. 

Carichi di enfasi sono i giochi di linee verticali/orizzontali e delle proporzioni, ben dosate con lunghezze long e mini, e forme maxi e voluminose. La palette dei colori offre toni vitaminici ed elettrici (rosa, blu, arancione) accostati a nuance neutre, ma corpose (marrone, avorio, grigio). L'effetto finale è una colata di colori liquidi su blocchi solidi e saturi. Il dettaglio che impreziosisce la collezione: una piuma-orecchino con capsula in argento bagnato nel rutenio nero (realizzato in collaborazione con Giuliana Mancinelli Bonafaccia).
Ma il design sperimentale e gli accostamenti cromatici non sono gli unici valori primari di questo brand: di notevole importanza anche la scelta di tessuti ricercati (nylon, organza, georgette con filigrane metalliche) in grado di evocare "suggestioni materiche", per un'esperienza sensoriale totale al limite della sinestesia estetica. Da notare anche la versatilità dei capi, perfetti per il day time come per momenti serali più mondani, amici fedeli del corpo e della vita di una cittadina moderna del nostro tempo.  
Una collezione glamourous ma intelligente e ricercata, dall'attitude giovane e moderna, senza sacrificare il lato più femminile ed elegante della donna di oggi. 

Io mi sono lasciata rapire dal mondo COVHERlab e voi cosa aspettate?


Cecilia. 

giovedì 25 ottobre 2012

Cruel Cruel Summer & l'identità svelata .

Avete letto bene, è arrivato il momento tanto atteso da molti di voi (credici): io me medesima in arte C. metto a nudo il mio volto, qui oggi e per sempre svelo la mia identità.

Ciao, mi chiamo Cecilia! Dopo lungo pensare, ho finalmente deciso di mostrarvi la mia faccia, da ormai due anni coperta da orrende censure fatte con Paint e da una nuvoletta di cartone (a titolo informativo, io sono quella a destra con il vestito da zoccola rosso). 
Non temete, non ho scelto di uscire allo scoperto per pura mania di protagonismo o per soddisfare il mio ego assetato di popolarità. Ci sono motivi ben più seri e validi dietro la mia scelta, ovvero un progetto fotografico di moda che mi vede come stylist e modella. 
Si, sono l'ennesima tipa che si atteggia a modella sulle vostre bacheche Facebook.

Ma lasciatemi narrare la storia in ogni suo piccolo, minuzioso, tedioso dettaglio.
Dovete sapere che mia sorella C. (siamo due sorelle e un fratello, e i nostri nomi cominciano tutti con la lettera C. Grazie mamma) ha ricevuto lo scorso inverno un carico industriale, e non sto scherzando, di abiti da un negozio di abbigliamento usato e vintage che cessava l'attività. Quindi ci siamo ritrovati circondati da vestiti di qualunque genere: minidress vagamente anni '60, scarpe orrende, cinture di ogni grandezza, pantaloni a zampa, camicie in poliestere, cappotti, giacche, calze colorate, biancheria intima di dubbia utilità, cappelli imbarazzanti (l'immancabile modello "da pescatore" in stile Zio Misseri). E ancora paillettes in ogni dove, peluche colorato, denim di ogni tipo, fantasie floreali, fantasie animalier, magliette retate, t-shirt di band dimenticate. Insomma, il paradiso. Ovviamente sorgeva un piccolissimo dubbio: cosa fare di tutta questa roba? 
Venderla, of course. 
Mentre mia sorella meditava di partecipare a qualche mercatino dell'usato o di improvvisare pomeriggi tra amiche per smaltire la massa abnorme di abiti che invadeva la nostra casa, la sottoscritta, vecchia volpe, aveva un'altra idea in pentola.. Perché non sfruttare tutto quel ben di Dio per organizzare un "editoriale di moda" amatoriale? Perché non cogliere l'occasione per realizzare il mio piccolo sogno nel cassetto di atteggiarmi a stylist per pochi intimi? 

E quindi eccomi ai principi di Giugno con la testa in un mare di vestiti polverosi a organizzare un futuro editoriale di moda, casalingo si, ma comunque degno di rispetto! 
Fatta una vaga bozza mentale del servizio, ingaggio la mia cara amica fotografa Valentina Mei, per tutti noi (e adesso per tutti voi) Mea, fedele braccio destro di altri progetti fotografici, nonché ottima compagna di scorribande da cattive ragazze (è lei che mi ha gentilmente ospitato quando sono andata a fare la creativa a Milano). Pronte a partire!
E' stata una lunga estate, questo è certo. L'impresa non doveva essere troppo faticosa, ma far combaciare i nostri orari lavorativi con le sessioni fotografiche ha richiesto qualche sacrificio. Tipo: tutti i venerdì mattina d'Agosto sveglia alle h. 7:00 per iniziare il set alle h. 8:00 ed essere a lavoro per le 9:30/10:00; scendere a patti con custodi curiosi di campi da calcio; posare davanti a uomini (brutti) che ti fissano senza pietà o, peggio ancora, davanti a ragazzette di merda che ti ridono in faccia. Affrontare l'afa micidiale di questa estate, il sole torrido e perfino la salute precaria (nella foto in piscina avevo la febbre ed era il 17 Agosto). Tuttavia, ne è valsa la pena! Mi sono divertita molto e il risultato finale è più che buono.
Voi che ne pensate?

 CRUEL CRUEL SUMMER  (PREVIEW)
Photographer: Valentina Mei  mea19@hotmail.com
Stylist/Model: Cecilia Esposito


T-shirt Vintage Vasco Rossi  
Minigonna animalier Just Cavalli  
Bandiera Union Jack-Turbante

Collana-Cintura in metallo vintage
Top color carne second.hand
Hot Pants (della stylist)
Foulard in seta 
Cuffia in peluche second-hand
Anello con squalo (della stylist)

Chiodo in pelle argentato vintage
T-shirt Yankees second-hand

Gilet in ecopelle second-hand
Occhiali da sole (della stylist)
Orecchini vintage (della stylist)

Giacca mimetica (della stylist)
Body rosso second-hand
Bomber oversize second-hand
Bra con dettaglio di pizzo (della stylist)
Occhiali  (della fotografa)

Scusate l'antipatia dello scrivere "della fotografa" e "della stylist", ma sognavo di farlo da troppo tempo.  Ecco, da grande voglio fare le didascalie degli editoriali di moda! Vogue sono tutta tua, prendimi! 
Purtroppo la qualità delle foto qui su Blogger è pessima, ma potete ammirarle in tutta la loro bellezza e integrità qui. Colgo l'occasione per ringraziare ancora una volta Mea per aver voluto collaborare con me e per aver avuto pazienza con me e i miei improvvisi cambi di styling. Ringrazio anche tutte le persone che hanno creduto in noi e che hanno apprezzato il nostro lavoro. Amore infinito per tutti voi.

Vi è stata svelata una delle Oohlala girls, non siete contenti e finalmente in pace con l'universo? Non vi lamentate se da adesso posterò autoscatti fatti con la webcam con sfondi improponibili di fondali marini e spiagge tropicali. Ora potete anche riconoscermi per strada e sputarmi in faccia se volete. Oppure, cosa che preferisco, potete salutarmi quando mi vedete tutta sola in un angolo a qualche evento a Bologna. Attenzione se mi incontrate ubriaca a qualche serata, potrei parlare per ore e ore della mia vita e forse mordervi. Ma solitamente sono una tipa molto timida, quindi se non vi do troppa confidenza non vi preoccupate, nel profondo, sotto gli abiti neri e il make-up austero, salterò di gioia per avervi conosciuto. 
Magari la prossima volta mi presento a dovere con tanto di mini bio personale, chissà.. 

Colgo l'occasione per salutare Cloudinaina e Ippolita, grandi favorevoli al mio smascheramento :)


Cecilia. 

domenica 14 ottobre 2012

Il futuro è alle porte con la SS2013.


Lo scorso inverno mi è capitato tra le mani un articolo che parlava di Ubik, indiscusso capolavoro di Philip K. Dick (Blade Runner, Atto di Forza ecc.. avete presente? Tutta bella roba di questo ometto qua sopra). Il testo aveva sollecitato la mia curiosità e poiché non si è mai troppo vecchi per addentrarsi nel mondo della letteratura fantascientifica (chi l'avrebbe mai detto) ho fatto subito un salto dalla Feltrinelli e mi sono comprata il sopracitato libro.
Apriti cielo.
Uno dei romanzi più fighi che abbia mai letto. Philip, dove sei stato tutto questo tempo? Perché ti ho sempre snobbato considerandoti roba da nerd? Perché? Me tapina. Inutile dirvi che in un anno ho cercato di rimediare a tutto il tempo perso.
La storia è ambientata in un futuristico 1992 in cui le grandi multinazionali si combatto a colpi di spie dotate di poteri paranormali (psi) e di agenti in grado di annullare le loro capacità psichiche. L'agenzia anti-psi Runciter Associates di Glen Runciter ha un grosso affare tra le mani e si vede costretta a spedire una propria pattuglia, guidata da Joe Chip, sulla Luna per una missione di ordinario anti-spionaggio commerciale. Purtroppo per loro il compito si rivela essere più complicato del previsto. Da qui la trama si infittisce e i protagonisti si trovano imprigionati in un mondo effimero che sfugge alle leggi della logica. Niente è come prima e tutto è sospeso in una realtà illusoria senza possibilità di fuga.
Mi fermo qui, non voglio svelarvi altro. Aggiungo solo: avete presente le teste dei personaggi morti mantenute in semi-vita in cilindri di vetro e liquido sconosciuto che si vedono in Futurama? Ebbene, sono ispirate proprio a Ubik. Tanto per farvi capire il livello di genialità.


lunedì 1 ottobre 2012

LA GENTE MUORE ED IO STO ATTENTO A NON ACCOSTARE IL NERO AL BLU .

QUESTA E' UNA DENUNCIA UFFICIALE ALL'USO IRRESPONSABILE DEL NERO E BLU.

Non è una semplice fissa stilistica, non una ripicca al mercato della moda che ogni tot tempo prova a convincerci del contrario, non è una presa di posizione da bachettona bigotta (o forse si?), questa è pura e semplice verità: il blu e il nero sono un pugno in un occhio. 
Fatta eccezione di pochi, rari casi in cui simile connubio cromatico funziona (vedi il boom del color blocking di qualche stagione fa, ma anche in quel caso il passo falso era sempre in agguato), oggettivamente, diciamocelo gente, questi due colori sono un calcio al buon gusto. L'unico loro accostamento che tollero è il binomio "blue jeans/giacchetto di jeans + capo nero", ma attenzione è facile sbagliare anche in questo caso: non parlo, badate bene, di pantaloni blu, ma solo ed esclusivamente di jeans, quindi del tipico "blu jeans". 
Questo tabù estetico (e forse limitato per tutti voi intrepidi amanti del rischio che osate i trend più disparati) ovviamente mi è stato inculcato dal buon gusto sociale-culturale che, come ben sapete, dalla notte dei tempi consiglia di evitare di vestire di blu e di nero. Un po' come l'oro e l'argento (fatta eccezione per Anna Dello Russo), il rosa e il rosso, il nero e il marrone, il rosa e il celeste ( "che solo il ciuco ci si veste"), ma queste sono altre storie, altro odio. 


giovedì 27 settembre 2012

Cose belle dalla Toscana: Ginger Fille .


Come ben sapete mi spaccio per una bolognese, ma la verità è che sono toscana, precisamente della provincia di Livorno (si bravi, boia dèh, 0586, Io Doppio! e Ruffini, il cacciucco e compagnia bella). Il mio è un piccolissimo paese in prossimità della costa, da camera mia posso vedere il mare, e abbiamo i nostri personali surfisti der popolo. Bel posto per passarci un mesetto d'estate, per trascorrerci tutta la vita un po' meno. Tuttavia, anche i luoghi più remoti e all'apparenza poco interessanti nascondono delle piacevoli sorprese. E in questo caso hanno il nome di Ginger Fille.

Ginger Fille è un emergente e indipendente brand di accessori handmade. La mente creativa dietro a questo progetto è Marialaura Specchia, ragazza "chioma rossa munita" amante del vintage e del taglia&cuci. Quasi per gioco e per passatempo, questo progetto "casalingo" è nato dalla voglia di unire la passione per il vintage, l'abilità nel confezionare accessori di vario tipo e l'innovazione del riciclaggio creativo. Infatti tutte le creazione Ginger Fille sono realizzate a mano e con l'uso di materiali "di scarto", ovvero vecchia bigiotteria, stoffe floreali di abiti dimenticati e chi più ne ha più ne metta. Insomma, il motto è dare una seconda possibilità all'usato! Dunque non meravigliatevi di vedere una vecchia camicia di flanella rielaborata come shopper nuova di zecca! Come se non bastasse, molti anche gli accessori in ecopelle, per una moda di tendenza nel rispetto dell'ambiente. Ma la vera novità è questa: Ginger Fille realizza accessori su richiesta e su misura! Avete capito bene gente, potete avere la tanto desiderata borsa dei vostri sogni rivolgendovi semplicemente a Marialaura, che farà del suo meglio per accontentarvi. Non è forse il sogno di ogni donna? "Borse Su Richiesta" aka il paese dei balocchi. E qui entro in scena io. Potevo farmi scappare simile occasione? Ovviamente no. Ecco quindi la borsa che ho commissionato a Ginger Fille.


Shopper bag dal taglio "busta della spesa" (apertamente ispirato alla celebre Plastic Bag di Jil Sander) in morbida ecopelle nera opaca.  Al suo interno c'è anche una mini pochette/borsellino staccabile, ottimo dettaglio aggiunto dalla creatrice.

Ed ecco le immancabili foto outfit per mostrare la borsa
 Si, indosso i calzini sheer con i sandali. Voglio rilanciare la moda.

Belle foto e bella la camera in disordine. La voglia di fotografarsi regna.

L'adoro! E' ormai la mia borsa ufficiale autunno-inverno 2012, da giorno e da sera. 
Non vi preoccupate, questo è solo un modello partorito dalla mia mente fissata col nero e col minimal, altri modelli più allegri e carini potete trovarli QUI e ANCHE QUI .

Forza, addentratevi!

C.

lunedì 24 settembre 2012

Iniziare l'autunno con CO|TE

E' Settembre, è ufficialmente autunno! Dio benedica l'autunno. E' la mia stagione preferita, insieme alla primavera. Adoro le mezze stagioni, il loro clima incerto, caldo ma non troppo, freddo ma il giusto, la brezza autunnale, indossare maglioni e giacche pesanti con le gambe nude, senza patire il freddo o sembrare stupida. Lunga vita all'autunno! Ma si sa, Settembre è anche sinonimo di inizio anno scolastico/inizio semestre universitario. Sono ormai quattro/cinque anni che non bazzico l'ambiente scolastico", eppure come si avvicina Settembre il mio primo pensiero fisso è quello: la scuola. La mia mente vola al suono della prima campanella dell'anno, alle corse per accaparrarsi i posti migliori (vietata la prima fila e mai l'ultima, altrimenti bollati come i nullafacenti), alle macchinette del caffè, ai bagni sporchi e sempre senza carta igienica. Poi ripenso all'ansia dei compiti per le vacanze, mai finiti in tempo, alla smania per il diario nuovo (rigorosamente Smemoranda), già rovinato e pieno di dediche multicolor ancora prima di varcare la soglia della scuola. E ancora mi tornano in mente le interrogazioni a sorpresa, i compiti in classe subito dopo l'autogestione, gli scioperi e le manifestazioni no sense di sabato mattina, e i rappresentanti d'istituto che ci sembravano fighissimi (e poi li rivedi dieci anni dopo con prole al seguito e vorresti morire). Brividi.
Secondo me siamo tutti fregati, abbiamo subito un lavaggio del cervello talmente profondo ed radicale che non possiamo più toglierci dalla testa l'incubo della scuola. Ammettetelo, anche voi, a Settembre, avvertite la pressione dell'anno scolastico che si avvicina. E' più forte di noi, è una sensazione viscerale, un impulso meccanico che non possiamo evitare. Ci siamo dentro fino al collo.
Per fortuna ci sono menti geniali che riescono a rielaborare creativamente questa piaga psico-culturale che ci portiamo tutti sulle spalle. Tra i molti, degno sicuramente di nota è il brand CO|TE. Evidentemente anche Tommaso Anfossi e Francesco Ferrari, i designers che si celano dietro CO|TE, soffrono di questa sindrome proustiana da reminiscenza scolastica se per la collezione autunno-inverno 2012 hanno scelto come accessorio una backpack bag, aka zaino. 

Magari avessi avuto uno zaino così per andare a scuola! Altro che Eastpak con la toppa dei Rancid..
Morbido suede solor lavagna con dettagli fluo e in metallo per il primo modello, materiale tecnico e pelle adornata per il secondo, anch'esso con particolari di spicco. Pratici e trendy, a loro modo eleganti, questi zainetti sono il dettaglio non banale per un look casual, ma ricercato.
E visto che ci sono, colgo l'occasione per tessere gli elogi dell'intera collezione autunno-inverno CO|TE, essendo uno dei brand italiani emergenti che più apprezzo. 


Ancora una volta geometrie e color blocking di toni decisi come nella migliore tradizione CO|TE. La collezione propone il giusto equilibrio tra mini dress e gonne sopra al ginocchio, e long dress e pantaloni dal taglio maschile. Il mood generale è uno stile bon ton da scolaretta moderna, reso energico da capispalla e giacche sartoriali dal taglio attuale, e dall'utilizzo di materiali ricercati. La scelta dei colori prevede una predominanza di toni tenui, intervallata dal nero, dal blu petrolio e da dettagli arancioni fluo. Per quanto riguarda le scarpe, gli stilisti hanno scelto un modello decollete color carne. Siamo di fronte a una femminilità nuova, moderna e soprattutto fresca, che CO|TE sa realizzare egregiamente. 
Ottimo lavoro, chapeau!


Cecilia

martedì 28 agosto 2012

(Re)Opening Kenzo.



Come sempre il mio tempismo nel parlare di temi attualissimi è disarmante. 
"Brava C., complimenti, parlare della collezione fall/winter 2012-13 di Kenzo solo adesso. Che stratega! Che genio!" starete pensando voi, magari applaudendo ironicamente le mani e muovendo la testa in segno di finta approvazione. Non posso darvi torto. Ormai siamo alle porte della prossima fashion week ed io non trovo niente di meglio che scrivere delle stagione passate. 
Che vi devo dire? Stamattina, per motivi a me  ancora oscuri, mi sono svegliata pensando a Kenzo, alle ultime collezioni e alla ventata d'aria fresca che i suoi nuovi direttori creativi hanno portato alla maison. E ho sentito un bisogno impellente di parlarvene.

lunedì 13 agosto 2012

ANNA PIAGGI

Una settimana fa è venuta a mancare Anna Piaggi, grandissima giornalista di moda e icona di stile intramontabile. Anche noi di Oohlala vogliamo celebrare il suo genio e questo post è tutto per lei.

Qui col marito Alfa Castaldi, celebre fotografo di moda italiano. 

Nota ai più per i suoi look eccentrici, Anna Piaggia è stata, e resterà per sempre, una delle più importanti giornaliste e scrittrici di moda (fu la prima a introdurre il concetto di Vintage prima che venisse coniato), genio esplosivo e indiscussa icona di stile, quello vero, innato. Non solo: personaggio eclettico, brillante, di un'intelligenza raffinata. Incarnazione della Moda a tutto tondo, di un modus vivendi che si intreccia e si amalgama ai più disparati campi culturali. Leggere le sue Doppie Pagine su Vogue Italia era un piacere senza paragoni, poche righe ma intense sulle tendenze di stagione impreziosite da ricchi richiami alla letteratura, alla musica, all'arte. Fonte inesauribile d'ispirazione, Anna Piaggia mi ha insegnato (metaforicamente parlando) che la moda non è fine a se stessa, ma è una passione dinamica e che va nutrita continuamente, attingendo a tutto ciò che ci circonda, che bisogna essere degli inguaribili curiosi del mondo e continuamente affamati di conoscenza. Interpretazione libera e personale, ma è ciò che la sua penna mi ha sempre trasmesso e, come aspirante giornalista di moda ancora in erba, la ringrazio per questo. 

A. P.
1931 - 2012


C.
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